Quanto pesa la sicurezza delle cure nelle scelte degli investimenti IT?

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Le tecnologie informatiche possono svolgere un ruolo determinante nel miglioramento della sicurezza delle cure. Eppure, malgrado ciò, le soluzioni per la sicurezza del paziente hanno bassa priorità sugli investimenti IT.

Quando si parla di questo tema, come è anche avvenuto al convegno di ieri per la giornata nazionale sulla sicurezza delle cure, il focus del dibattito verte sulla consapevolezza del problema, sulla conoscenza e la formazione, gli osservatori e i sistemi di rilevazione, l’importanza di protocolli e processi nonché, in generale, la prevenzione.

C’è poca enfasi e discussione sugli strumenti che possono concretamente ridurre i rischi clinici ed evitare gli errori. Facendo un confronto con la sicurezza stradale è come se si parlasse di incidenti e delle cause che li determinano, senza però ragionare sulle misure che possono ridurne il numero o le conseguenze, ad esempio le cinture di sicurezza, gli airbag, i sistemi di controllo della trazione.

Facciamo due esempi in cui le tecnologie ICT possono realmente fare la differenza in termini di sicurezza: la corretta identificazione del paziente; gli effetti avversi provocati dai farmaci.

Il primo è, purtroppo, di stretta attualità per l’incidente – lo scambio della sacca di sangue – avvenuto pochi giorni fa all’ospedale di Vimercate che ha provocato la morte della paziente, una donna di 84 anni. Gli errori nell’identificazione del paziente spesso non inducono esiti fatali ma, talvolta, come nel caso delle trasfusioni ematiche o nelle procedure chirurgighe, possono essere letali o comportare gravi danni al paziente.

Le tecnologie e i sistemi per la corretta identificazione del paziente e il controllo della procedura da eseguire sono ben consolidati, non sono particolarmente costosi e sono facilmente integrabili alle applicazioni presenti negli ospedali.

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Spesso però la priorità nella scelta degli investimenti IT va ad altri sistemi, meno importanti. Molti ospedali, che pure possiedono diversi sistemi informativi e infrastrutture evolute, non hanno un sistema di identificazione sicura del paziente. Se va bene si adoperano braccialetti su cui vengono stampati i principali dati del paziente; la procedura di riconoscimento avviene visivamente.

I sistemi di prescrizione della terapia farmaceutica, quando sono informatizzati, sono, tranne poche eccezioni, privi di sistemi di supporto alle decisioni in grado di avvisare il medico sui rischi di effetti avversi che la terapia comporta. Eppure gli eventi avversi dei farmaci e le diagnosi errate sono le cause più comuni di danno ai pazienti nell’ambito delle cure primarie e ambulatoriali, come evidenzia il rapporto OECD sulla sicurezza dei pazienti.

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Anche in questo caso i sistemi di supporto decisionale sono disponibili, non sono particolarmente costosi e sono facilmente integrabili alle applicazioni presenti negli ospedali. Chi volesse approfondire il tema può leggere questo articolo e uno sulla riconciliazione della terapia.

Se si vuole davvero perseguire la sicurezza del paziente è necessario, così come si è fatto in altri ambiti della medicina o in altri settori (ad esempio i trasporti), normare e obbligare le strutture sanitarie a dotarsi di sistemi e soluzioni per la sicurezza attiva del paziente. Solo così si potranno realmente prevenire e ridurre gli errori clinici. La tecnologia, se ben impiegata, può salvare delle vite.

 

 

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