L’ICT per la gestione delle cronicità

Agenas ha pubblicato un manuale operativo per supportare l’implementazione del PNRR.

Il documento, che potete leggere qui, è stato redatto nell’ambito del PonGov Cronicità e descrive delle buone pratiche relative a modelli di presa in carico di pazienti cronici. Il progetto promuove il concetto di Comunità di Pratica, una forma di collaborazione e condivisione tra tutti gli operatori, stakeholder e referenti regionali/PA, che rappresenta uno strumento per il continuo confronto e feedback tra i partecipanti per il raggiungimento delle medesime finalità e obiettivi, creando luoghi di scambio in cui le migliori esperienze regionali in materia di Telemedicina, ICT e assistenza alle persone con cronicità possano essere discusse e trasferite in tutte le aree del Paese.

Secondo gli autori del documento la buona pratica è, molto spesso, la risposta a una domanda che non è ancora stata posta o una soluzione a una problematica che non è ancora emersa.

Il documento è organizzato come un manuale operativo per guidare le regioni e gli stakeholder nella pianificazione strategica, nell’esecuzione e la gestione integrata, proattiva, sostenibile e innovativa della cronicità.

Il manuale è organizzato in quattro sezioni: l’introduzione, lo scenario, le innovazioni dei servizi, dimensionamento e change management ed è strutturato intorno ad una serie di componenti modulari, accessibili e aggiornati online, che trattano scenari programmatici e normativi, il contesto epidemiologico, le dinamiche di policy e di servizio del SSN, logiche e strumenti per la stratificazione della popolazione, presa in carico (PAI, PDTA, Case di Comunità, Infermiere di Famiglia o Comunità), Centrali Operative (116117, COT), Telemedicina, cure intermedie, dimensionamento economico e logistico dei servizi e project e change management.

Gli argomenti sono ripartiti in tre macro-componenti:

  • Componente 1: Contesto, modelli di riferimento e indicazioni operative a supporto della gestione cronicità;
  • Componente 2: Metodi e strumenti a supporto delle attività operative di analisi e confronto delle esperienze regionali e della progettazione e valutazione degli interventi da adottare;
  • Componente 3: Raccolta di buone pratiche a livello internazionale, UE e nazionale, a supporto della progettazione degli interventi e delle azioni di trasferimento.

Il documento introduce i temi e fornisce una panoramica sui modelli italiani e stranieri ed enumera le buone pratiche per ciascun ambito. Pur essendo definito come un manuale operativo non fornisce però indicazioni puntuali né i link dove eventualmente scaricare i documenti citati. È in estrema sintesi una raccolta delle buone pratiche che non affronta in modo approfondito i concetti esposti. A titolo di esempio riporto quanto scritto sul modello di stratificazione proposto:

  • il primo livello riguarda le persone in salute. In questo livello rientrano le persone sane, apparentemente sane o con un basso rischio di contrarre patologie gravi e/o invalidanti. Queste persone utilizzano i servizi sanitari in modo episodico (es. screening/visite di controllo/vaccinazioni) e gli interventi principali rientrano nell’ambito della prevenzione e possono essere svolti in collaborazione con altre istituzioni (es. scuole) e associazioni di volontariato per progetti di Comunità;
  • il secondo livello riguarda le persone che presentano una complessità clinico assistenziale minima o limitata nel tempo. In questo livello rientrano, ad esempio, le persone che necessitano di un ricovero ospedaliero per episodio acuto e circoscritto nel tempo, che, una volta risolto, lascia nuovamente le persone in una condizione di buona salute;
  • nel terzo livello vi sono le persone con una complessità clinico assistenziale media. In questo livello rientrano le persone che presentano una cronicità e/o fragilità e/o disabilità iniziale prevalentemente mono patologica perdurante nel tempo e che hanno una buona tenuta dei determinanti sociali (circa il 19%, che sale al 50% per le persone dopo i 55 anni);
  • ….

Le definizioni, sia pure un po’ più approfondite di quanto espresso nel documento di Agenas che accompagna il DM 71 e che ho commentato qui, sono comunque espresse con criteri qualitativi e soggetti, come tali, a interpretazioni differenti.

Il documento è certamente interessante e molto utile per coloro che sono coinvolti nella applicazione dei modelli previsti nel DM 71 anche se, per avere una visione completa del tema, sarebbe necessario leggere e studiare ogni buona pratica e magari astrarre da queste i concetti più importanti. Sarebbe stato molto utile se questa sintesi fosse contenuta nel documento così da risultare realmente un manuale operativo.

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