Innoviamo l’innovazione

Per spiegare il senso dell’affermazione contenuta nel titolo di questo post dobbiamo partire da una domanda: come le aziende che sviluppano soluzioni digitali per la sanità concepiscono e praticano l’innovazione? E ancora, chi sono gli innovatori in queste aziende?

La risposta è semplice. Sono i tecnici che studiano le nuove tecnologie IT e le applicano ai loro software. Anche l’informatica sanitaria vive le mode dell’ICT che ciclicamente prevedono innovazioni sul fronte delle tecnologie e dei modelli di sviluppo software. Dai mainframe (che fanno ormai parte della preistoria informatica) al client – server, per poi evolvere verso il web, infine approdare sul cloud, passando dai software monolitici ai servizi e infine ai micro-servizi, dalla virtualizzazione alla containerizzazione, il mantra di architetti, sistemisti e sviluppatori cambia ogni tre – cinque anni. Un loop autorefenziale che tocca marginalmente gli utenti per i quali tutti questi cambiamenti sono invisibili ad eccezion fatta per ciò che riguarda l’interfaccia utente (o la user experience).

Volendo fare un parallelo con l’industria automobilistica è come se l’innovazione nelle auto si limitasse al motore senza però avere particolari benefici in termini di consumi, silenziosità o prestazioni. In questo settore l’innovazione si gioca soprattutto su altri piani: la sicurezza; la connettività; il comfort; la praticità. Sono aspetti in cui c’è stata una grande evoluzione che ha trasformato il modo in cui le persone “vivono” la propria auto.

Ma torniamo nel nostro ambito. Quali sono, tecnologie IT a parte, i driver dell’innovazione nella sanità digitale? Cosa facciamo di diverso rispetto a dieci o venti anni fa? Che impatto ha avuto la digitalizzazione sul modo di lavorare di medici ed infermieri? Quali benefici concreti ha portato? Molto pochi e spesso indiretti. Non c’è però da meravigliarsi se pensiamo a chi sono gli innovatori, quali competenze possiedono, su cosa sono focalizzati. Il risultato della loro innovazione non è quello di estendere le funzionalità di un software né di automatizzare il lavoro né ancora di semplificarlo; è quello di facilitare la gestione delle applicazioni, renderle scalabili, accelerarne lo sviluppo. Sono obiettivi certamente utili ma non sufficienti per incidere concretamente nel modo di praticare la medicina.

Se vogliamo davvero trasformare la sanità attraverso la digitalizzazione servono altri innovatori in grado di formulare idee su come migliorare i processi clinici e la vita dei pazienti, concepire nuove soluzioni in grado di fare la differenza rispetto allo status quo. Non è facile trovare questi innovatori ma è indispensabile iniziare a farlo se vogliamo uscire dal loop nel quale siamo immersi.

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