Per ridurre l’accesso all’ambulatorio, la dottoressa aveva escogitato un curioso sistema per consegnare le ricette ai suoi assistiti che il Garante ha sanzionato con una multa di 10.000 euro.
Come consegnare, durante la pandemia, le prescrizioni mediche ai propri assistiti evitando che questi dovessero accedere al proprio ambulatorio?
Le indicazioni che aveva fornito la Protezione Civile, nel marzo 2020, ossia la possibilità di trasmettere all’assistito le prescrizioni per posta elettronica, via SMS o telefonicamente non sono evidentemente sembrate idonee ad un medico di famiglia del Tortonese che ha pensato bene di consegnarle fissandole, mediante pinze da bucato, ad un asse di legno appoggiato al davanzale della finestra dello studio medico, situato al piano terra e rivolto sul marciapiede di una strada pubblica.
Forse per spirito ecologista la dottoressa praticava queste consegne attaccando le prescrizioni senza collocarle in una busta chiusa, così che queste potessero essere facilmente visibili e accessibili a chiunque si trovasse a transitare nei pressi del davanzale dello studio medico.
A seguito di una segnalazione del Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute – NAS, corredata di documentazione fotografica e delle testimonianze di alcuni pazienti, l’autorità garante per la privacy ha avviato un procedimento che si è concluso con l’ingiunzione al pagamento di una sanzione di diecimila euro.
Decisamente singolare è stata la difesa del medico che ha dichiarato che le prescrizioni fossero in realtà collocate in busta chiusa riportanti il cognome e nome del paziente e che non vi sia una differenza sostanziale in termini di sicurezza nel trattamento dei dati tra e-mail e SMS, ammessi dall’autorità per la tutela dei dati personali e il posizionamento di buste chiuse contestato alla dottoressa che era presente in ambulatorio quando ciò avveniva.
Insomma, un curioso mix di innovazione digitale, ingegnosità e tradizione – il bucato steso alla finestra che però il Garante non ha apprezzato.