PNRR e sanità: mission impossible?

Per molto tempo si è lamentata la carenza di fondi per la sanità e la digitalizzazione. Ora che questi ci sono occorre saperli spendere.

Spero di sbagliare ma il PNRR mi ricorda quello che spesso avviene quando una persona, con basso reddito, vince una lotteria (o per i più nostalgici la schedina). In molti casi dilapida in breve tempo la somma che ha ricevuto per poi ritrovarsi in condizioni peggiori di quelle antecedenti la vincita.

Per utilizzare bene i fondi occorre avere un piano realistico per acquistare beni e servizi utili e strumentali a raggiungere gli obiettivi che ci si è posti e che siano poi, nel tempo, sostenibili con le risorse disponibili dopo il termine dei finanziamenti straordinari. Ma non basta, il piano deve anche completarsi entro i termini previsti.

Quale digitalizzazione

Incrementare la digitalizzazione dei servizi sanitari o sviluppare la telemedicina sono due affermazioni di principio che dicono tutto e niente. La domanda cruciale è per farci cosa.

La risposta che si trova nella documentazione del PNRR è per supportare le cure territoriali e l’integrazione ospedale – territorio e, nel caso degli ospedali, per il loro aggiornamento tecnologico.

Nel primo caso il supporto può avere diverse declinazioni. L’approccio più comune riguarda la digitalizzazione delle informazioni per consentirne la condivisione tra i professionisti sanitari. In questa ottica la trasformazione digitale equivale a traslare in elettronico ciò che si fa sulla carta, senza incidere sui processi organizzativi. È una visione minimale di “connect care” che fornisce pochi vantaggi pur creando molte complicazioni.

Le tecnologie digitali potrebbero invece contribuire a ripensare e rendere più efficaci e sostenibili i modelli di presa in carico e di assistenza delle persone fragili e dei pazienti cronici, per non parlare poi della prevenzione attiva sulla popolazione sana. I modelli attuali sono stati concepiti venti anni fa quando le tecnologie digitali erano molto diverse da quelle attuali.

Anche nel caso degli ospedali bisogna capire cosa si intenda per aggiornamento tecnologico. Sostituire un sistema client server con uno web based può essere utile, ma lo è molto di più se con il cambiamento si introducono nuove funzioni o se ne ampliano le finalità. Provate a leggere qui cosa ciò significhi nel caso delle cartelle cliniche elettroniche.

Saper acquistare

Anche sapendo cosa si vuole acquistare e perché, rimane il grande problema, per le aziende sanitarie e le regioni, di come formulare le proprie richieste. C’è, bisogna dirlo, una grande difficoltà da parte di tutta la pubblica amministrazione a qualificare la propria domanda.

Ci sono poi tutte le difficoltà e le lungaggini relative alle procedure di acquisto. La redazione di un buon capitolato tecnico richiede idee chiare, capacità di tradurle in requisiti e vincoli tecnici, infine molto tempo, a meno di non fare copia e incolla da altri. Le gare Consip rappresentano una possibile semplificazione per il processo di acquisto anche se non prevedono le licenze software ma soltanto servizi professionali.

Anche esprimere un piano dei fabbisogni, per rimanere in ottica Consip, richiede forti competenze che spesso non sono presenti nelle aziende sanitarie e nelle regioni.

Rispettare i tempi

Ci sono poi i vincoli temporali dettati dal PNRR. Le nuove infrastrutture, come le Case della Comunità, le Centrali Operative Territoriali e gli Ospedali di Comunità, richiedono sistemi informativi dedicati per poter operare. I nuovi paradigmi, come ad esempio il Progetto di Salute, implicano lo sviluppo di nuove funzioni e il supporto di processi che i sistemi attuali non prevedono.

Anche nel caso dell’aggiornamento tecnologico degli ospedali i tempi sono ristretti. Alcuni sistemi clinici richiedono, per diventare operativi, tempi di avviamento molto lunghi. È quindi necessario procedere rapidamente per non sforare sui tempi.

Quali possibilità di successo?

Al momento è impossibile formulare qualsiasi ipotesi. Le difficoltà sono tante, le risorse professionali qualificate poche, sia lato domanda, sia lato offerta, i tempi ristretti. Il PNRR è una sfida davvero impegnativa.

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