Per ottenere dei dati affidabili e, sopratutto, reali, bisogna digitalizzare completamente i processi clinici che li producono. Ricorrere alle scorciatoie non è la soluzione.
Il caso del Rt della regione Lombardia è emblematico. La raccolta e la messa a disposizione di dati clinici attraverso file o sistemi centrali che sono completamente separati dalla gestione dei pazienti espone a rischi di vario genere.
Se si vogliono i dati bisogna digitalizzare l’intero processo clinico che, nel caso del Covid-19, significa impiegare delle cartelle cliniche elettroniche per la gestione dei pazienti nei diversi setting assistenziali (ospedale e domicilio).
Se si curano e assistono i pazienti con la carta o con sistemi informativi poco strutturati è poi impossibile ottenere dati attendibili e puntuali. Viceversa, la presenza di sistemi clinici adeguati consentirebbe di estrarre una grande quantità di informazioni con cui non soltanto “contare” i casi, ma anche studiare i fattori di rischio o prevedere la prognosi.
Nel 2021 siamo invece ancora alla logica dei sistemi centrali, come ad esempio quello dell’Istituto Superiore di Sanità, progettati esclusivamente per ottenere i dati e gli indicatori necessari per misurare l’andamento della pandemia. All’assistenza e alla cura dei pazienti devono pensarci le regioni e le aziende sanitarie che forniscono i dati loro richiesti in modo completamente disgiunto dalla pratica clinica.
Anziché riflettere e ragionare sui motivi di fondo che hanno determinato l’errore nel calcolo del Rt si è preferito, da parte della regione e del ministero della salute, scambiarsi accuse di incompletezza dei dati e di scarsa informazione sul significato e le implicazioni del campo sintomi nel flusso (valore opzionale, la cui mancanza ha determinato l’errore di calcolo).
Quando si capirà che bisogna iniziare dal principio e non dalla fine? Cioè che i dati sono una derivata della digitalizzazione dei processi clinici e non un’entità fine a sé stessa?
Leggendo il Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa viene da pensare mai. Il piano prevede infatti, tra gli obiettivi strategici, lo sviluppo di due nuovi flussi informativi per il Sistema Informativo Sanitario del ministero della salute.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!
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