Cronicità & ICT. Il connubio perfetto raggiunto a Badalona.

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Trasformare l’ecosistema della salute con il supporto dell’ICT. Alcuni spunti di riflessione dalla storia di una cittadina catalana di media grandezza.

Badalona è un comune di 200.000 abitanti (cioè come Padova o Taranto …) al margine nord di Barcellona. Ha potuto fruire di un cambiamento culturale di livello regionale sulla gestione della salute avvenuto in Catalogna negli ultimi decenni, supportato da un uso appropriato delle tecnologie digitali. Inoltre, venti anni fa un accordo tra Comune e sistema sanitario ha permesso lo sviluppo di un ecosistema integrato sanitario e sociale.

In questa situazione ottimale nel 2003 è stato avviato un programma di gestione integrata della BPCO.

Nel 2008 l’intervento è stato ampliato a ictus e insufficienza cardiaca ed è stata introdotta la figura del Case Manager.

Il programma “Regional Case Management” ha poi raggiunto la maturità nel 2012; è stato esteso alle patologie croniche in generale e sono state coinvolte in modo organico due organizzazioni locali: la Fondazione “Amici degli Anziani”, con volontari che svolgono attività a sostegno degli anziani e il “progetto Angeli”, nato nel 2010 per garantire che le persone con poche risorse possano effettuare riparazioni nelle loro case e per migliorare, allo stesso tempo, le condizioni di impiego delle persone con difficoltà di accesso al mercato del lavoro, spesso a rischio di esclusione sociale.

L’evoluzione del Programma per i pazienti cronici a Badalona

Questo articolo riguarda quindi la sequenza di modelli di assistenza sulle tre versioni del programma:BadalonaCronicita2Ricordo che l’indice CCD (Contingent Complexity of Deployment) misura la complessità di realizzazione del modello nel suo insieme; per questo Programma è passato da un valore medio nel 2003 ad uno alto nel 2008 e poi ad uno altissimo nel 2012.

In altre parole, otto anni fa è stato possibile completare, a livello di popolazione, un ambizioso programma di trasformazione dirompente della gestione della salute, anche grazie alle soluzioni tecnologiche già disponibili al tempo.

Per un confronto della forte complessità di tale innovazione di sistema, si consideri ad esempio che nello stesso periodo per i programmi di assistenza domiciliare a Badalona abbiamo visto che l’indice CCD era molto più basso, passando dal 39% al 47% e poi fino al 51%.

La figura riporta la media per Area dei punteggi CCC (Contingent Contribution to Change), per mostrare come il contributo di ogni Area al cambiamento del modello di assistenza sia evoluto nelle tre versioni del Programma.

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Si evince che il programma ha puntato fin dall’inizio su due obiettivi:

  • supportare la collaborazione tra i professionisti (Area COL.1 per formulare e mantenere il Piano Individuale di Assistenza, Area COL.2 per “fare squadra” condividendo le notifiche sui contatti e sui problemi del paziente, Area COL.3 per i servizi a distanza (tele-salute e tele-assistenza, Area COL.4 per la transizione tra i setting);
  • promuovere il supporto all’auto-cura (Area ENG.2)

Per quanto riguarda il Patient Engagement, occorre notare che l’Area ENG.1 sulle informazioni per il cittadino sulle strutture, sui servizi offerti e sulle procedure era già stata affrontata con successo con i portali (e poi le APP) da altre iniziative, mentre l’Area ENG.3 sull’adattamento dell’ambiente intorno al cittadino ha avuto un’evoluzione più lenta ed ha raggiunto il livello massimo solo nel 2012 con gli accordi con le organizzazioni locali di cittadini.

I servizi e le tecnologie più incidono sulla trasformazione dell’assistenza

La lista seguente scende al livello delle singole Classi di fabbisogni di integrazione: riporta in ordine di importanza le prime nove classi che risultano apportare più cambiamento sull’insieme delle iniziative qui considerate; le Classi contrassegnate con asterisco * sono anche nella lista corrispondente per i sei modelli italiani riportati in un precedente articolo:

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Rispetto a questo Programma, come nei precedenti articoli, si conferma che il presupposto di qualsiasi innovazione dei processi di cura sul territorio è nel soddisfare i fabbisogni della Classe COL.2a sulla consapevolezza reciproca su chi e perché ha in carico il paziente in un certo momento; infatti, le notifiche sui contatti e i problemi di salute considerati da ogni attore (mirate in funzione del profilo professionale e del ruolo rispetto al paziente) permettono a tutti i professionisti di rendersi conto di far parte di uno stesso sistema e di fare squadra di fronte al paziente.

Inoltre, la Classe COL.2c suggerisce una gestione coerente, in base al profilo di ogni utente, dei dati clinici e amministrativi all’interno di un sistema informativo integrato, almeno a livello aziendale ed in futuro anche a livello regionale, che comprende e va molto oltre i concetti di cartella clinica elettronica (EHR; PHR), FSE, dossier e taccuino (e richiede un discorso a parte).

È importante anche l’enfasi sull’educazione del paziente (ENG.2a), unita al supporto per l’aderenza (ENG.2b) e per lo svolgimento corretto dell’auto-cura (ENG.2c), per un suo ruolo pieno nel processo di assistenza.

Tutto questo si avvale infine dei Case Manager per il coordinamento operativo sul PAI dal lato sistema, per il supporto al paziente e ai caregiver, e per l’interfaccia tra il sistema e l’ambiente del paziente (COL.1c).

Il valore aggiunto dei servizi e delle tecnologie fornite dall’industria

Le Classi in neretto nella graduatoria di Badalona sono quelle in cui i servizi e le tecnologie offerti dall’industria sembrano apportare un valore aggiunto determinante; in aggiunta, oggi varrebbe la pena di valorizzare almeno le seguenti opportunità ad alto potenziale, appena al di sotto nella lista:

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Su queste basi di 8 anni fa, opportunamente aggiornate e rivisitate in funzione dei contesti di altre località, un partenariato con l’industria può favorire il processo di cambiamento del “Sistema Salute”, specialmente per quanto riguarda la gestione della cronicità.

Gli ingenti investimenti previsti in Sanità per il dopo-COVID sapranno cogliere questa occasione?

Nota sui confronti tra iniziative e replicabilità.

Come già ribadito nei precedenti articoli, anche qui vale la pena ricordare che lo scopo di queste note è di offrire alcuni spunti di riflessione: non è appropriato trasferire direttamente le soluzioni da una località all’altra, mentre è utile confrontare i modelli per capire meglio le motivazioni delle scelte – eventualmente diverse – nei vari contesti locali.

La costruzione dei propri modelli in una località (o in una regione) con il contributo di tutti gli stakeholder può servire di supporto ad una progressiva diffusione di diverse iniziative, sia per elaborare una visione a lungo termine verso l’Integrated Care, sia per definire in modo coerente e integrato il ruolo delle tecnologie; inoltre, diverse località possono identificare un interesse comune su iniziative simili, per affrontare insieme una particolare classe di fabbisogni.

Indirettamente un modello fornisce indicazioni sulle soluzioni tecnologiche che possono abilitare al meglio le trasformazioni dei servizi. Infatti, la suddivisione delle classi di fabbisogni è stata concepita per evocare classi di servizi sanitari e sociali, che a loro volta individuano classi di tecnologie.

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