Intelligenza artificiale e responsabilità civile: le raccomandazioni dell’EURA

L’European Centre of Excellence on the Regulation of Robotics & AI del Sant’Anna di Pisa ha pubblicato, su richiesta del Dipartimento Affari Legali della Commissione Europea, un interessante documento.

È ormai pacifico che i software di IA sono entrati nelle nostre vite: in tutti gli ambiti, anche quello sanitario. Come è ormai pacifico che l’indubbio apporto di queste tecnologie, si accompagna a molti dubbi e perplessità circa l’invasività delle stesse, la possibilità di discriminazione, il reale utilizzo che verrà fatto dei nostri dati, gli effetti dannosi e relativi danni che ne possono scaturire.

Tutti temi che hanno trovato un primo tentativo di analisi nella consultazione della Commissione Europea in data 19 Febbraio 2020 mediante la pubblicazione del “Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale“, ove la riflessione prende spunto e si sviluppa attorno a un nodo centrale: l’uso dell’IA (come qualunque nuova tecnologia) comporta sia rischi che opportunità, occorre quindi ragionare per definire un quadro giuridico in grado di affrontare le nuove sfide.

Per quanto attiene in particolare alla disciplina della responsabilità civile si segnala un recentissimo documento commissionato dal Dipartimento Affari Legali della Commissione Europea all’EURA “European Centre of Excellence on the Regulation of Robotics & AI” del Sant’Anna di Pisa intitolato “Artificial Intelligence and Civil Liability” pubblicato il 14 Luglio scorso.

Il documento è veramente molto interessante e merita senza dubbio una segnalazione. Dopo aver dato atto che la disciplina sulla responsabilità civile – anche della IA – è contenuta a livello comunitario nella Dir 85/374/CEE, il documento si spinge a suggerire possibili soluzioni per il settore specifico dell’IA.

Più esattamente, oltre a suggerire in generale un aggiornamento dei contenuti della direttiva (trasformandola anche in un regolamento comunitario per renderla più forte giuridicamente), il documento suggerisce anche di affiancare la disciplina generale con disciplina specifiche per le tecnologie che possono presentare rischi e potenzialità considerate rilevanti.

Ma la parte più interessante del documento è poi senza dubbio quella che suggerisce di rivedere la logica dell’approccio legislativo alla responsabilità civile nel settore dell’IA.

Si consiglia infatti di passare da un sistema di responsabilità civile basata sulla colpa ad una logica basata sulla gestione del rischio: ciò in linea con le nuove architetture giuridiche non solo di prodotto (si pensi al nuovo Reg. Ue 2027/745 sui dispositivi medici) ma anche di processo (in questo caso è d’obbligo il richiamo al GDPR).

In sostanza attribuire la responsabilità civile (e quindi l’onere di pagare i danni) a chi effettivamente nel processo di progettazione, creazione, gestine ed utilizzo è in grado di “incidere” sul rischio e “misurare” anche il rapporto rischi/benefici.
Una logica quindi molto diversa da quella attuale del nostro Codice Civile, che si avvicina molto di più a quella – alla quale siamo già abituati – del risk approach e risk management sanitario.

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