Con l’arrivo dei grandi player, quale futuro per i piccoli produttori di soluzioni di telemedicina?

Il mercato delle soluzioni di tele-monitoraggio vede l’ingresso di grandi aziende che offrono soluzioni B2B. Che impatto avrà questo fenomeno su un settore che finora è stato appannaggio di piccole e medie aziende?

Nelle ultime settimane tre annunci hanno vivacizzato il mercato delle soluzioni di telemedicina. Sony ha presentato una propria soluzione B2B rivolta ad aziende che erogano servizi di telemedicina. È stata poi la volta di Withings che ha promosso una propria piattaforma di tele-monitoraggio. Infine l’annuncio dell’acquisizione di Fitbit da parte di Google per 2.1 miliardi di dollari.

L’interesse di grande aziende per il settore professionale del wellness e della salute è certamente indice di un’aspettativa di crescita di questo mercato che, a livello consumer, ha già raggiunto dimensioni ragguardevoli.

Con diverse velocità e intensità la telemedicina sta finalmente iniziando a svilupparsi in molti paesi come nuova modalità per fornire servizi sanitari, sia a livello pubblico, sia privato.

L’offerta di piattaforme B2B industriali si contrappone all’ampia gamma di proposte realizzate da parte di piccole e medie aziende che realizzano soluzioni assemblando hardware, dispositivi medici e software di tele-monitoraggio.

Tali soluzioni sono oggi sviluppate o per uso interno, da parte di aziende che erogano servizi di telemedicina, o per essere commercializzate e fornite alle prime o alla sanità pubblica (vendor).

La disponibilità di piattaforme B2B industriali amplia la scelta e si pone in diretta concorrenza con quanti oggi forniscono soluzioni per il tele-monitoraggio. Cosa accadrà nei prossimi anni? Ci sarà ancora spazio per le piccole – medie aziende?

I grandi player possono affrontare grandi investimenti, progettare e realizzare piattaforme integrate hardware e software, certificare le proprie soluzioni, promuoverle con ampie azioni di marketing e predisporre una rete commerciale molto articolata.

È evidente che le piccole aziende non possono competere su questi piani; hanno però il vantaggio di essere flessibili, vicine alle esigenze dei clienti e in grado di fornire servizi professionali per l’integrazione, la formazione e l’avviamento di questi sistemi.

La scelta che queste aziende dovranno fare, nei prossimi anni, è se competere con i grandi player nello sviluppo dei sistemi o se concentrare le proprie energie sui servizi professionali, adottando e rivendendo le piattaforme industriali dei primi.

Si tratta di un fenomeno che, nel mondo dell’informatica, è già avvenuto in molti settori. Quando il mercato cresce e diventa maturo l’offerta evolve, si concentra e si specializza.

La telemedicina sarà un mercato più simile a quello degli apparecchi medicali o dei sistemi software, dove c’è spazio per grandi e piccoli e in cui la configurazione e la personalizzazione rendono davvero difficile una standardizzazione e industrializzazione delle soluzioni?

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