Un interessante studio di Rock Health in collaborazione con la Stanford University delinea le abitudini dei pazienti americani e l’uso che questi fanno dei servizi digitali.
Lo studio si è focalizzato su tre aspetti che sono emersi dai dati raccolti mediante un campione di 4.000 adulti che vivono negli USA:
- Quali opportunità e sfide creano i dati sanitari generati dai pazienti;
- Come l’informazione sanitaria online sta cambiando il rapporto tra pazienti e medici;
- La disponibilità dei consumatori statunitensi a condividere i propri dati sanitari.
I dati raccolti mostrano che un intervistato su quattro ha utilizzato la video telemedicina negli ultimi dodici mesi, il 44% dei partecipanti al sondaggio traccia digitalmente alcuni aspetti della propria salute. Coloro che utilizzano strumenti digitali condividono le informazioni sulla salute con il proprio medico o altri professionisti medico più frequentemente di coloro che utilizzano altri metodi di monitoraggio.
Un intervistato su tre possiede un dispositivo indossabile, e un proprietario su quattro lo usa per gestire una diagnosi. I social network, i siti di recensioni e le comunità online hanno aperto nuovi canali per la condivisione e il consumo di informazioni sanitarie. Il 44% degli intervistati cerca online medici o infermieri, il 66% dei quali ha selezionato un professionista sulla base di recensioni online.
Rispetto al 2017, la raccolta di dati medici con strumenti digitali cresce dal 33 al 42%. Il 56% degli intervistati ha discusso i propri dati con il proprio medico o un altro professionista del settore medico nel 2019 rispetto al 46% del 2017.
Lo studio rileva che i pazienti che possiedono strumenti digitali controllano maggiormente i propri parametri rispetto a chi impiega strumenti analogici e li condividono più frequentemente con i medici.
La disponibilità di informazioni sanitarie online sta riducendo l’asimmetria informativa tra medici e pazienti e cambiando il modo in cui questi scelgono e si relazionano con i professionisti:
- I pazienti utilizzano le informazioni sanitarie trovate online nella relazione con il medico. Rispetto al 2015, gli intervistati nel 2018 e nel 2019 hanno più frequentemente suggerito al proprio medico esami e terapie basate su informazioni online (20% degli intervistati nel 2015 contro il 65% circa degli intervistati nel 2018 e 2019).
- I consumatori non si limitano a leggere le recensioni dei professionisti online, ma agiscono di conseguenza. Nel 2019, il 66% degli intervistati che hanno cercato medici online, ha poi scelto sulla base delle recensioni online.
- I pazienti hanno sempre più spesso la possibilità di connettersi e le comunità di pazienti online sono un canale emergente per la diffusione di informazioni sanitarie al di fuori del tradizionale rapporto medico-paziente. Il diciotto per cento degli intervistati nel 2019 ha partecipato a una comunità di pazienti online.
Nel 2018 e nel 2019, circa la metà degli intervistati ha cercato online un medico, un ospedale e una farmacia. Il 18% degli intervistati ha partecipato a un forum online o a una comunità di pazienti.
I consumatori americani sono disposti a condividere i dati con i loro medici, ma sono meno disponibili nei confronti degli altri principali stakeholder, in particolare con le assicurazioni, le farmacie, gli istituti di ricerca, le aziende tecnologiche, l’industria farmaceutica e il governo.
È però interessante notare come la disponibilità a condividere i propri dati sanitari è in calo negli ultimi due anni, specie con i medici. Probabilmente questo fenomeno è anche dovuto ad alcuni episodi che si sono verificati con Facebook e delle app sanitarie che condividono i dati degli utenti senza il loro consenso.
Lo studio, che contiene molte altre informazioni utili, può essere consultato gratuitamente qui.