Il documento definitivo è stato tramesso alle regioni per l’approvazione della conferenza stato-regioni. L’ICT riveste un ruolo marginale e “vecchio stile“.
Le nuove linee di indirizzo che sono state elaborate dal tavolo di lavoro del Ministero della Salute riguardano tre ambiti:
- L’Osservazione Breve Intensiva (OBI)
- Il triage intraospedaliero
- Lo sviluppo di un piano per la gestione del sovraffollamento in pronto soccorso.
Per ciascuno di essi è stato redato un documento che sono parte integrante dell’accordo che le regioni andranno a sottoscrivere con il governo.
I primi due descrivono la dotazione tecnologica che deve essere presente: questa comprende le apparecchiature, gli impianti e i presidi necessari. L’ICT non è espressamente menzionata. Il secondo, nei requisiti strutturali, specifica persino la presenza di servizi igienici, anche per disabili.
Nei primi due documenti i sistemi informativi sono menzionati soltanto in relazione al NSIS e al flusso EMUR. Sono poi descritti alcuni indicatori che devono essere elaborati. I sistemi applicativi sono menzionati nel terzo documento in relazione alla comunicazione dei tempi di attesa, alla chiamata dei pazienti o dei loro familiari, al monitoraggio dei tempi di attesa e dei relativi indicatori.
Sembra che gli estensori dei documenti possiedano una visione dell’informatica nel pronto soccorso datata e tradizionale che non tiene conto delle potenzialità e del supporto che le tecnologie ICT possono oggi offrire in questo ambito.
Si è ritenuto importante sottolineare che debbano esserci servizi igienici per i pazienti e i loro familiari (sic!) ma non si sono espresse raccomandazioni sulle funzionalità e le tecnologie ICT da considerare, eccetto quelle che riguardano il “debito informativo” verso l’NSIS o l’accoglienza dei pazienti (in uso da molti anni nei pronto soccorso italiani).
Manca qualsiasi spunto sulle tecnologie ICT per il supporto al triage, l’identificazione del paziente, la gestione del rischio clinico e di quello farmaceutico, su come adoperare i dati del Fascicolo Sanitario Elettronico per la valutazione del paziente, sulle app per l’autovalutazione (self triage).
Nessun accenno all’intelligenza artificiale e come poterla utilizzare in questo ambito. Toccherà affidarci alla “intelligenza naturale” degli operatori che per fortuna non manca ma che forse avrebbero bisogno, vista la situazione in cui versano i pronto soccorso italiani, di un aiuto maggiore e di una visione più aperta al futuro che non passare dai colori ai numeri.