Il 2018 ha visto, nel mondo, investimenti da parte dei venture capitalist per 9,5 miliardi di dollari, con un incremento rispetto all’anno precedente del 32%. Il totale degli investimenti, includendo anche i finanziamenti pubblici e l’indebitamento delle aziende è stato di 13 miliardi di dollari, in aumento del 58%.
I dati sono contenuti in un rapporto di Mercom Capital Group che potete trovare qui (il rapporto è a pagamento ma è possibile leggerne una sintesi). Nei soli Stati Uniti le società che si occupano di salute digitale hanno raccolto 7 miliardi di dollari, mentre i rimanenti 2,5 sono spalmati nei rimanenti paesi.
Il trend si conferma in forte crescita negli ultimi otto anni, come si evince dal grafico seguente.
Molto interessante è anche la ripartizione degli investimenti nei diversi settori in cui si articola la salute digitale. La parte del leone la fanno i data analytics, in cui sono stati investiti 2,1 miliardi di dollari. È questo un settore che oggi vale 9 miliardi dollari e che ha tasso annuo composto di crescita (CAGR) del 27,3%. La salute è un settore economico molto importante e non stupisce che i data analytics suscitino tanto interesse.
Nella classifica degli investimenti seguono le mobile app, su cui sono stati investiti da parte dei venture capitalist 1,27 miliardi di dollari. Il benessere e la salute sono due temi che attraggono sempre più sviluppatori ed utenti. In questo ambito i maggiori investimenti sono rivolti ad app che consentono alle persone di fare un’auto diagnosi o di ricevere consigli e suggerimenti per la propria salute.
Terza si colloca la telemedicina, con 1,1 miliardi di dollari, nonostante le incertezze e i fattori che ne frenano la diffusione, viene comunque ritenuta dagli investitori un settore dalle grandi potenzialità.
Segue poi il settore delle aziende che sviluppano tecnologie wireless per la salute digitale, con 847 milioni di dollari e quello dei Clinical Decision Support System cui sono andati investimenti per 734 milioni di dollari. Quest’ultimo è un mercato che oggi vale 900 milioni di dollari, con un CAGR dell’11,8%.
Chiude la classifica il settore dei sensori wearable che ha raccolto 703 milioni di dollari. Anche questo è un campo in forte evoluzione, dove la ricerca è finalizzata ad ampliare il tipo di parametri vitali che possono essere misurati in modo non invasivo.
Gli investimenti sono stati spalmati in 698 operazioni, di cui 5,2 miliardi di dollari (+ 24%) riguardano aziende consumer-centric contro i 4,3 di quelle practice-centric (+ 43%). Anche questo è un dato che fa riflettere e che contribuisce a rafforzare le perplessità di chi vede pericoli nello spingere sempre più i pazienti verso una medicina fai da te.