Molti enti ed aziende sanitarie stanno aderendo al Sistema Pubblico di gestione dell’Identità Digitale (SPID) per consentire l’accesso a servizi web e l’uso di app che trattano dati sensibili come prenotazioni, pagamenti, referti. Spesso questa è l’unica opzione a disposizione dei cittadini. Con quali risultati ?
Ad oggi sono state rilasciate poco più di tre milioni di identità digitali, con un incremento rispetto al gennaio 2018 di circa un milione di credenziali. Anche se siamo in presenza di un forte trend di crescita, considerando però il numero di cittadini maggiorenni (coloro che possono richiedere la SPID), pari a circa 47 milioni di persone, possiamo calcolare in poco più del 6% la diffusione attuale della SPID.
Se si esaminano i dati suddividendoli per fascia di età, scopriamo che gli ultra sessantacinquenni, i maggiori fruitori dei servizi sanitari, sono poco più del 3% delle attivazioni totali, circa centomila, a fronte di una popolazione di 13 milioni di persone, ossia una percentuale del 7,7 per mille.
Diffusione a parte, bisogna riconoscere che l’uso dello SPID non è proprio dei più semplici, né veloce. Bisogna indicare con quale Identity Provider si è ottenuta la SPID, quindi si viene indirizzati sul sito di questi e qui si devono inserire username e password, quindi la One Time Password (OTP) che di solito si ottiene attraverso un’app, a volta tramite un SMS. Al termine di questa operazione si ritorna al sito o all’app che si vuole adoperare.
Se l’OTP si ottiene solo con un’app, la quale semmai richiede un codice di sblocco, è necessario avere uno smartphone iOS o Android, dispositivo che non tutti gli anziani possiedono. Se non lo si usa spesso, il rischio di dimenticare qualche codice (username, password, codice di sblocco) è elevato. Talvolta poi il codice OTP attraverso l’app o l’SMS non arriva subito, bloccando di fatto il processo di autenticazione.
I meccanismi di delega, previsti per i minori, non sempre sono disponibili per gli anziani o, se lo sono, sono anch’essi complicati da gestire.
Il mondo della sanità sta convergendo su SPID, anche per gli obblighi normativi che vi sono; smart card e altri sistemi di autenticazione sono in fase di dismissione. Questo fenomeno in verità è comune a tutta la pubblica amministrazione, locale e centrale, non senza però difficoltà da parte di quei cittadini che hanno poca confidenza con la tecnologia.
Alcune amministrazioni stanno divulgando delle campagne informative per i cittadini e predisponendo sportelli per assisterli nella richiesta e l’uso di SPID. Per gli anziani, che vivono in un territorio dove non ci sono queste iniziative e che hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie, non rimane che rivolgersi a un figlio o un nipote e farsi assistere in questa trasformazione digitale.