Venti anni di HL7 Italia

Il tempo è passato in fretta da quando un ristretto nucleo di persone, tra cui io, decisero di fondare la sezione italiana di HL7. L’interoperabilità è oggi centrale nella sanità digitale ma c’è ancora tanto da fare.

Marzo 2003, nasceva HL7 Italia, grazie a una donazione di Giorgio Banchieri nell’ambito del progetto Osiris e allo stimolo di Angelo Rossi Mori che a quei tempi, unico italiano, frequentava HL7 USA e partecipava ad alcuni gruppi di lavoro. Iniziò così un percorso che ha visto l’associazione promuovere, diffondere e contestualizzare gli standard HL7 nel nostro paese. Il risultato più rilevante sono le guide all’implementazione dei CDA2 per il Fascicolo Sanitario Elettronico.

Tanta strada è stata fatta, molto il lavoro svolto per rendere l’interoperabilità semplice ed efficace. HL7 oggi è “lo standard” in sanità, certamente non l’unico ma sicuramente il più diffuso. Venti anni, nel nostro settore, sono un traguardo importante che induce a qualche riflessione. La situazione oggi è molto diversa da quando abbiamo fondato HL7 Italia, far comunicare i sistemi informativi e scambiare informazioni è molto più facile grazie alla versione 2. Ciò però non vuol dire che sia banale o immediato; nella mia esperienza c’è sempre del lavoro da fare per analizzare, concordare, implementare e testare le integrazioni. Abbiamo una lingua comune ma ci sono “dialetti” o “interpretazioni diverse” tra i produttori di software.

C’è tanto lavoro però ancora da svolgere. In questi anni ci si è concentrati molto sul modello dati, ossia sull’interoperabilità “sintattica“, molto meno su quella funzionale. C’è la diffusa convinzione che basti la prima per realizzare l’interoperabilità. In realtà questa comprende più livelli logici.

Oltre ai dati c’è il modello semantico, quello funzionale, l’organizzativo e il clinico (qui potete leggere l’articolo dove li spiego in riferimento al FSE 2.0).

Non basta quindi definire un formato comune dei dati per creare un ecosistema di servizi sanitari né per gestire dei processi interaziendali e interassistenziali (tra diversi setting di cura). C’è bisogno di dare un significato preciso ai dati, definire le funzioni che li adoperano, assegnare i ruoli e le modalità di utilizzo, disegnare gli scenari e i casi d’uso clinici.

L’impegno per i prossimi anni deve essere rivolto, a mio giudizio, proprio in questa direzione. Percorso che richiede il coinvolgimento, oltre che dei tecnici, del personale sanitario e amministrativo.

Buon compleanno HL7 Italia!

P.S. chi volesse seguire il convegno online può seguire lo streaming su LinkedIn o la diretta Facebook.

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