
La piattaforma nazionale gestita da SOGEI prevede e gestisce una moltitudine di casi per determinare le condizioni che consentono il rilascio o la revoca del green pass. Peccato però che l’app di verifica non implementi questa funzione.
Con l’approssimarsi della somministrazione della terza dose, inizialmente per i soggetti immuni depressi, quindi gli over 80 e poi il personale sanitario, fervono le attività per modificare la piattaforma nazionale in modo da gestire queste vaccinazioni.
Si sono svolte riunioni con le regioni e si sono esaminati tutti i possibili casi che la terza dose determina, in aggiunta a quelli già previsti. Le combinazioni possibili sono tante tra guarigioni, infezioni e re-infezioni, tamponi, somministrazioni e, per ciascuna di esse, si stanno definendo i criteri che determineranno la sussistenza o meno del rilascio del green pass.
Da un punto di vista concettuale niente da eccepire, si tratta di un’analisi necessaria per definire gli algoritmi da sviluppare. Ciò però che mi lascia veramente perplesso è perché dedicare tempo e risorse per gestire questi aspetti.
L’app VerificaC19 che viene impiegata per controllare la validità del green pass non gestisce le liste di revoca dei certificati, meccanismo che pure era stato previsto in fase di analisi. In altre parole l’app si limita a leggere il QR Code e a verificare la firma elettronica.
Se una persona, in possesso di green pass, contrae il COVID-19, evento accertato da un tampone molecolare trasmesso alla piattaforma nazionale, questa revoca il certificato digitale. L’informazione però rimane confinata in SOGEI e non arriva all’app di verifica.
Le motivazioni di questa scelta sono diverse, tra cui la volontà di consentire il funzionamento dell’app anche in modalità offline e di non memorizzare nello smartphone liste di certificati revocati che contengono dati sensibili in forma pseudoanonimizzata.
Il risultato di tutto questo è però paradossale. La persona del caso di prima può, anche se infetta, usufruire del green pass. La piattaforma ha la situazione aggiornata ma questa non è consultabile da chi deve controllare.
Insomma, una volta rilasciato, un green pass è per sempre o meglio fino alla sua scadenza. Ma perché allora sprecare tempo per definire e trattare tutti i casi possibili?
Incredibile veramente! Ma possibile che nei team di esperti non ci sia qualcuno dotato di un po’ di logica comune? Cioè son tutti nell’iter spazio e nessuno qui con noi terrestri?