A partire dalla logistica e dalla distribuzione, per finire alla somministrazione dei vaccini, le infrastrutture digitali per gestire tutto ciò sono disomogenee e, in molti casi, assenti.
Frigoriferi, siringhe, cinema e teatri. La discussione su come pianificare quella che si preannuncia come la più grande campagna vaccinale di tutti i tempi si concentra sulla filiera logistica, l’individuazione dei siti ed altri aspetti organizzativi. Tutto bene, ma cosa si sta facendo per gestire digitalmente questi processi?
Ancora una volta, mi duole dirlo, la sensazione è di essere in ritardo ed inseguire il virus.
È dall’inizio della pandemia che si parla della possibilità di avere, finalmente, dei vaccini per immunizzarci contro il Covid-19. Con il passare del tempo questa prospettiva è diventata via via più realistica, con la conclusione delle fasi sperimentali e l’inizio dei percorsi di autorizzazione da parte degli enti regolatori.
Ci sarebbe stato insomma il tempo per prepararsi al meglio e, partendo dalla situazione di fatto, predisporre interventi e soluzioni per gestire la distribuzione dei vaccini, registrare le somministrazioni, gestire i richiami e produrre le certificazioni necessarie.
Ma qual’è la situazione attuale riguardo le anagrafi vaccinali e la gestione dei relativi certificati? Come al solito è fortemente disomogenea tra le regioni e, in qualche caso, persino tra le stesse aziende sanitarie locali. Nonostante l’istituzione dell’Anagrafe Nazionale Vaccini, di cui abbiamo parlato qui, non tutte le regioni possiedono un’anagrafe vaccinale degna di questo nome.
Bisogna poi ricordare che l’Anagrafe Nazionale Vaccini raccoglie i dati regionali attraverso flussi (debiti) informativi, all’interno del NSIS e non si poggia sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Solo alcune regioni inseriscono il certificato vaccinale all’interno di quest’ultimo.
Che dire poi sulla gestione e il controllo delle giacenze dei vaccini presso le strutture sanitarie, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta? In molti casi è eseguita a posteriori, sulla base di flussi informativi, quando va bene. La gestione della logistica dei vaccini è scarsamente informatizzata ed è spesso circoscritta al carico – scarico dai magazzini centrali.
Le prime anticipazioni del piano vaccinale Covid-19 parlano di un sistema informativo e/o di un’app per registrare le somministrazioni e rilasciare un patentino che potrebbe essere necessario per poter circolare liberamente in Italia. Se da un certo punto di vista lo sviluppo di una piattaforma nazionale potrebbe consentire di superare le disomogeneità e le carenze che ci sono, un sistema a sé stante, non integrato ai sistemi regionali e delle ASL, non rappresenta di certo la soluzione migliore.
C’è poi il capitolo degli esami: ci fidiamo di aver fatto il vaccino o dobbiamo fare un test anticorpale per valutarne l’efficacia? I dati relativi a questi esami rimarranno silenti dentro i database dei Laboratori o saranno utilizzati per comprendere meglio il fenomeno e indirizzare le scelte successive?
Massimo, hai fatto un’analisi precisa e puntuale. In assenza di un supporto digitale adeguato, sarà la solita Torre di Babele. Ma penso che, con la lentezza che contraddistingue il Pubblico, non ci siano i tempi tecnici per sopperire a questa mancanza. Forse si imparerà che le emergenze si cominciano a gestire quando ancora non sono iniziate.