La Cartella Clinica Elettronica è fonte di stress per i medici?

Un interessante articolo, apparso su MedCityNews, investiga sulla relazione tra cartella clinica elettronica ed esaurimento dei medici. Le conclusioni sono interessanti

L’argomento è stato oggetto di diversi studi che si possono trovare su internet. L’ultimo in ordine di tempo, non ancora disponibile ma di cui la redazione di MedCityNews ha avuto un’anteprima, è in corso di preparazione da parte di KLAS, un’azienda americana specializzata in analisi di mercato.

I ricercatori hanno intervistato più di 6.800 medici chiedendo loro se e quanto la cartella clinica elettronica (CCE) influisce sul loro stress. Ebbene, dopo il tempo speso per compiti burocratici, la CCE si piazza al secondo posto con il 47%.

Esiste però una bassa correlazione tra livello di esaurimento e grado di soddisfazione degli utenti della CCE, poiché lo stress è provocato da numerosi fattori.

L’articolo riporta poi altre ricerche sullo stesso argomento. Uno studio dell’Università di Notre Dame ha esaminato il legame tra le CCE e i medici che lasciano il campo medico. (Lo studio è stato pubblicato nel 2017 e rivisto nell’agosto 2018.) Lo studio ha rilevato che le CCE di base hanno aumentato la permanenza dei medici negli ospedali, mentre le CCE avanzate (quelle che gestiscono di ordini elettronici o la documentazione clinica) hanno indotto i medici a trasferirsi in altri ospedali. I ricercatori non hanno trovato alcuna prova di pensionamenti come risultato dell’implementazione della CCE.

Ma altre ricerche hanno evidenziato come le cartelle cliniche elettroniche abbiano un impatto negativo sui medici. Una ricerca pubblicata in Mayo Clinic Proceedings nel 2016 ha concluso che “la soddisfazione dei medici per le loro CCE e i CPOE [Computerized Physician Order Entry] era generalmente bassa. I medici che hanno utilizzato CCE e CPOE erano meno soddisfatti della quantità di tempo dedicato a compiti di ufficio ed erano a più alto rischio di burnout professionale“.

Come parte di uno studio pubblicato nel 2018 sul Journal of the American Medical Informatics Association, i ricercatori hanno intervistato 1.792 medici praticanti nel Rhode Island nel 2017. Il 91 per cento degli intervistati erano utenti di CCE. Di questi individui, il 70 per cento ha riferito di sentirsi in condizioni di stress dovuto all’IT. Inoltre, il 26 per cento degli intervistati ha riferito sensazioni di burnout.

I dati che emergono da queste ricerche sono di difficile lettura e spesso contraddittori. Dal momento che non sembra esserci una correlazione tra grado di soddisfazione ed esaurimento, né tra questo e il livello di implementazione della CCE – lo studio dell’università di Notre Dame indica che più la CCE è completa più provoca stress – viene da pensare che il motivo di fondo di queste sensazioni consiste nel fatto che i clinici non percepiscono la CCE come un loro strumento di lavoro. In altre parole adoperare la CCE non è tempo o un’attività da medici ma un’incombenza burocratica o amministrativa.

Questa considerazione è avvalorata da come viene conteggiato il tempo impiegato con la CCE in studi di diverso tenore, ad esempio finalizzati a comprendere come i medici impiegano il loro tempo e come recuperare efficienza (lean management).

Tutto ciò dovrebbe stimolare, sia da parte dei fornitori di queste soluzioni, sia da parte del management delle aziende sanitarie, una profonda riflessione sulle modalità e gli obiettivi dell’informatizzazione della cartella clinica. Bisogna anche lavorare nella formazione dei futuri medici dando maggiore importanza alla salute digitale, presentandola come parte integrante della professione medica.

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