Grazie alle loro caratteristiche, l’uso di questi velivoli sta trovando nuovi campi di applicazione nella sanità. Rappresentano una nuova modalità per la logistica sanitaria e anche uno strumento in più per le situazioni di emergenza.
Sono economici, facili da usare, versatili ed ecologici. Sono queste le ragioni che hanno spinto ricercatori, imprenditori e dirigenti sanitari a sperimentare l’uso di droni per spostare materiale sanitario in alternativa ai tradizionali mezzi di trasporto.
A Pontedera si sta sperimentando ABzero, un drone intelligente progettato da due giovani italiani. È un drone di grandi dimensioni con 6 eliche, 3 gps e una capsula che può contenere fino a 10 sacche di sangue. Il drone potrebbe ridurre i tempi di consegna, attualmente su gomma, dell’80 per cento. Viaggerà su medie distanze (fino a 70 chilometri) a una velocità di 70 km all’ora, anche con vento e pioggia, a un costo che si aggira tra i 100 e i 150 euro per ciascun viaggio.
ABzero che nasce da uno spin off della Scuola Sant’Anna di Pisa, utilizza droni commerciali che mette a disposizione delle strutture sanitarie. Il drone non richiede una guida telecomandata perché opera mediante un software intuitivo, semplice da utilizzare dallo staff medico che deve soltanto impostare il luogo di destinazione. Il drone è in fase finale di test e sarà operativo dal prossimo anno.
È già invece una realtà il trasporto di sangue in Ruanda dove opera ZipLine, una startup di San Francisco che impiega velivoli a pilotaggio remoto (UAV) di grandi dimensioni per paracadutare nei villaggi contenitori con sacche di sangue per consentire le trasfusioni.
La ASL Sud Est Toscana sta sperimentando l’uso di droni per piccoli trasporti di materiale sanitario e anche per la ricerca di persone scomparse. E’ il progetto, ancora in fase di sperimentazione, della Asl Toscana sud est. L’obiettivo è di migliorare la comunicazione con le località più isolate e difficilmente raggiungibili del territorio. I droni, operati dai piloti dell’elisoccorso di Grosseto, potranno trasportare farmaci, materiale ematico, emoderivati, piccoli strumenti, materiale didattico e documenti, fino a un peso di circa 30 chili. L’iniziativa nasce per la popolazione delle isole spesso irraggiungibili per mareggiate o cattive condizioni meteo, ma sarà destinata anche ad aree interne disagiate della provincia.
I droni impiegati possiedono una telecamera ad alta definizione che consente una visione nitida e dettagliata della superficie sottostante anche durante la notte, grazie al sensore termografico in grado di rilevare la temperatura umana. Al progetto collabora anche l’Università di Bologna che ha costruito il contenitore porta farmaci con uno speciale materiale che, dopo aver impostato la temperatura interna per mezzo di una sorta di termostato, permette di mantenerla costante fino all’arrivo del drone nel luogo richiesto, evitando in tal modo alterazioni del medicinale nonostante gli sbalzi termici.
Un altro interessante campo di applicazione dei droni in sanità riguarda il soccorso di pazienti in arresto cardiaco mediante il trasporto di defibrillatori. Rispetto alla tradizionale ambulanza i droni assicurano minori tempi di intervento e la possibilità di recapitare il defibrillatore vicino il paziente.