L’impaziente digitale

Le app e i servizi online per i pazienti che sinora sono stati realizzati scaturiscono dalla trasformazione digitale di processi amministrativi e gestionali (prenotazioni, pagamento ticket) o di documenti (prescrizione, referti). Nonostante l’empowerment e l’engagement del paziente siano due termini molto di moda, nella pratica c’è ben poco di concreto. Quali sono i servizi e le funzioni che possono davvero servire ai pazienti ?

Una prima funzione che un’app potrebbe mettere a disposizione dei pazienti è la possibilità di fornire un feedback sui servizi e le prestazioni di cui hanno usufruito. Tutti concordano nell’affermare che il paziente deve “essere al centro“, peccato che poi a nessuno interessi raccogliere in digitale il loro parere, il grado di soddisfazione. Si preferisce lasciare questa funzione a siti web specifici, piuttosto che organizzare e gestire in modo organico questa tipologia di informazioni.

Spesso, dopo una visita, il medico fornisce al paziente delle raccomandazioni, spesso verbalmente o in qualche caso nella prescrizione o nel referto. Le raccomandazioni possono riguardare l’alimentazione, l’attività fisica, l’osservare alcuni sintomi o manifestazioni corporee e così via. Spesso queste sono specifiche per il tipo di patologia diagnosticata e potrebbero quindi essere facilmente definite, documentate e rese disponibili ai pazienti in un’app clinica.

C’è inoltre il legittimo desiderio, da parte dei pazienti, di essere informati sulle patologie e i problemi di salute che possiedono. Il tempo disponibile, durante le visite, è poco e per questa ragione le persone cercano poi sul web. Perché allora, almeno per le patologie più frequenti, non predisporre dei contenuti standard, certificati e validati, da inviare o collegare ad un’app del paziente ?

Che dire poi della terapia farmacologica ? Tutte le risorse e l’impegno del sistema sanitario, complice il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato rivolto alla digitalizzazione della prescrizione e del processo di erogazione, così da controllare la spesa. Niente è stato fatto per la somministrazione, dove tutto è rimasto come prima. È il paziente che deve ricordarsi quali farmaci assumere, in che orari e tenere a mente le eventuali avvertenze che il medico gli ha comunicato a voce. Ci sono delle app che svolgono questo compito ma sono fini a sé stesse, non integrate né collegate ai sistemi di prescrizione e alle cartelle cliniche elettroniche.

L’aderenza terapeutica è di fondamentale importanza nel trattamento delle patologie croniche; per questa ragione è davvero incomprensibile non affrontare questo tema con delle app per la somministrazione dei farmaci. C’è poi, specie per i pazienti con poli-terapie, il problema di assunzione, senza ricetta, di farmaci OTC o senza obbligo di prescrizione. Alcuni di essi, se assunti in combinazione con altri farmaci, ad esempio anche una semplice Aspirina, possono essere pericolosi o dannosi per la salute, a causa delle interazioni e degli effetti avversi che possono determinarsi. Anche in questo un’app potrebbe aiutare il paziente.

A parte i farmaci, ci possono essere altre attività che il paziente deve compiere: controllare il peso, sottoporsi a degli esami periodicamente, fare una medicazione e così via. Anche in questo caso un sistema di reminder sarebbe molto utile sia per evitare di dimenticare, sia per essere maggiormente coinvolti e sensibilizzati sulla gestione della propria salute.

Andando nel campo della prevenzione, sarebbe utile un’app che ad esempio avvisi le persone allergiche su eventi stagionali che possono provocare un aumento dei disturbi (ad esempio l’impollinazione, la presenza di determinati alimenti o sostanze) o eventi climatici che possono essere critici per pazienti a rischio.

Per alcune patologie sarebbe utile raccogliere dal paziente informazioni sui sintomi e gli effetti che si determinano, attraverso dei questionari o delle schede, la cui compilazione faciliterebbe il lavoro dei medici alle visite di controllo e permetterebbe di avere una visione più accurata e dettagliata dell’evoluzione della patologia.

Insomma, a parte le prenotazioni, i pagamenti online e il download dei referti, utili per carità, si può fare molto di più per mettere realmente il paziente al centro e stimolarne un ingaggio attivo nella gestione della propria salute. Non sono funzioni difficili da realizzare, spesso ci sono già ma come app o servizi non integrati.

È arrivato il momento di pensare ad app per i cittadini, se non vogliamo che questi diventino, sempre di più, impazienti digitali.

Rispondi