
La tragedia di Camilla Canepa, deceduta dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino Astra Zeneca, evidenzia tutti i limiti della scarsa digitalizzazione della sanità.
Prima di esprimere qualsiasi riflessione sul tragico evento che ha visto scomparire una ragazza di diciotto anni, voglio rivolgere il mio pensiero e la mia vicinanza ai suoi familiari e a tutte le persone a lei vicine.
Non è facile commentare questo episodio ed è davvero alto il rischio di alimentare polemiche o dibattiti superficiali su quanto accaduto e, proprio per questo, cercherò di essere il più possibile rispettoso e dignitoso sul tema.
Sul caso sono in corso le indagini da parte dei NAS che stanno acquisendo le cartelle cliniche e le relazioni degli ospedali dove è stata ricoverata Camilla Canepa, a Lavagna e al S. Martino di Genova. A loro e alla procura, che indagano per omicidio colposo a carico di ignoti, spetta l’onore e la responsabilità di chiarire le eventuali responsabilità penali.
Leggo che la ragazza era affetta da piastrinopenia autoimmune familiare e che seguiva una terapia ormonale. I PM vogliono accertare se quando Camilla si è presentata a fare il vaccino avesse menzionato la patologia da cui era affetta nella scheda anamnestica.
Io non conosco la risposta ma mi domando se, un aspetto così importante, possa essere delegato al paziente. Al momento, purtroppo, è indispensabile, perché non abbiamo un sistema informativo in grado di fornire un quadro d’insieme delle condizioni di salute di una persona.
Non lo è il Fascicolo Sanitario Elettronico, non lo sono le cartelle cliniche della medicina generale, che comunque sono isolate e chiuse al mondo esterno.
Ciò che è successo è la dimostrazione più tragica ed efficace di cosa significhi, nel 2021, perseguire la salute delle persone con la carta e un po’ di informatica, il cui obiettivo è di raccogliere dei dati per misurare il numero dei vaccinati.
La digitalizzazione deve avere, come obiettivo primario, la sicurezza dei pazienti; tutto il resto viene dopo (e di conseguenza).
Riposa in pace, angelo biondo.