Certificato digitale Covid-19: come funziona e come si ottiene

Vediamo l’architettura della piattaforma sviluppata da SOGEI e come sarà possibile ottenere il proprio certificato vaccinale.

La piattaforma sarà alimentata dai flussi informativi dell’Anagrafe Vaccinale Nazionale (AVN), dai flussi dei certificati di guarigione da Covid-19 e dai flussi sui test diagnostici (molecolari e antigienici).

Questi dati, attraverso il Sistema TS, vengono quindi memorizzati nella piattaforma, per poi generare e firmare il certificato digitale.

Il certificato contiene un QR Code con data di emissione e scadenza. Potrà quindi essere controllato off-line oppure online meditante una app mobile di validazione. Il controllo online consentirà di controllare se il certificato è tuttora valido, dal momento che potrebbero verificarsi dei casi in cui questi potrebbe essere revocato (ad esempio se la persona si è infettata dopo essere stata vaccinata o si riammala).

La piattaforma invierà una notifica alla persona e un codice OTP (One Time Password).

Per ottenere il certificato esistono due canali: i portali web oppure alcune app mobile. I primi comprendono:

  • Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)
  • Il sistema TS, attraverso un front-end web per i cittadini che non dispongono di credenziali digitali per accedere al FSE. In questo caso l’accesso avverrà mediante numero e data di scadenza della propria tessera sanitaria e il codice OTP

Per le app sono previste, al momento, IO e Immuni, anche se su questa ci sono alcuni dubbi legati alla sua filosofia progettuale che è impostata su un modello di anonimato che non si concilia con l’esigenza di legare il certificato alla persona in modo “forte”.

Le persone che non hanno dimestichezza con il digitale potranno rivolgersi al proprio medico di famiglia che, tramite sistema TS, potrà accedere al certificato del proprio assistito o alle farmacie che utilizzeranno invece il front-end web per conto della persona o, ancora, farsi aiutare da un familiare o da un amico.

Il certificato potrà essere stampato e portato con sé in forma cartacea, scaricato in un wallet digitale di uno smartphone oppure esibito tramite le app IO e Immuni.

La piattaforma dovrebbe andare in esercizio il primo giugno ma, prima che essa possa essere operativa, occorre un DPCM che definisca e regoli l’uso del certificato, fugando i dubbi espressi dal Garante per la protezione dei dati personali e l’adeguamento dei sistemi che producono i flussi informativi da cui viene prodotto il certificato.

È probabile che tale data possa slittare, forse al 15 giugno.

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