Del senno di poi sono piene le fosse?

Costruiamo una rete nazionale di sorveglianza per evitare gli errori commessi nella pandemia Covid-19.

Le sensazioni e le percezioni di medici e professionisti della salute sulla reale tempistica sulla diffusione nel nord Italia del coronavirus hanno finalmente trovato un riscontro oggettivo grazie all’indagine che la procura di Bergamo sta svolgendo sulla mancata istituzione della zona rossa nella val Seriana.

Tra novembre 2019 sino al 23 febbraio, secondo i dati forniti dalla ATS di Bergamo e la ASST Bergamo Est, ci sono stati 110 ricoveri con diagnosi con codice 486 (“polmonite, agente non specificato”), di cui 40 ad Alzano Lombardo.

I farmacisti hanno riferito che, a partire da dicembre sino a fine febbraio, c’è stata una massiccia, abnorme vendita di farmaci prescritti dai medici per polmoniti anomale (anche per bambini), a tal punto che a fine febbraio le farmacie non ne avevano più.

Le infrastrutture di sanità digitale, come il sistema Tessera Sanitaria per la gestione della ricetta dematerializzata e i flussi informativi (nel caso il file SDO) non sono stati concepiti per la sorveglianza sanitaria.

Il primo è finalizzato al controllo della spesa farmaceutica e, non a caso, è stato promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il secondo è funzionale all’alimentazione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario del Ministero della Salute che ha come finalità il monitoraggio dello stato di salute della popolazione, dell’efficacia/efficienza del sistema sanitario, dell’appropriatezza dell’erogazione delle prestazioni in rapporto alla domanda di salute e della spesa sanitaria.

I flussi sono prodotti, trasmessi, validati e quindi inviati al Ministero della Salute con tempistiche non compatibili con quelle di un sistema di sorveglianza sanitaria, così come l’infrastruttura tecnologica del NSIS e i processi che sono stati definiti.

Se non vogliamo essere nuovamente impreparati per una nuova ondata di Covid-19 o per la prossima malattia infettiva o epidemia, è necessario ripensare i sistemi di sanità elettronica già esistenti e progettarne di nuovi.

È necessario identificare delle “sentinelle digitali”, individuare le informazioni rilevanti, creare un sistema real-time in grado di raccogliere e aggregare dati differenti per realizzare dei cruscotti per la sorveglianza attiva sanitaria.

Non è difficile, abbiamo le tecnologie e le infrastrutture che servono.

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