Sviluppare un’app di contact tracing non si nega a nessuno. Regioni, ordini professionali, aziende private sono al lavoro per realizzare l’arma finale contro il COVID-19.
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato che, in assenza di una app nazionale (o se questa, come si teme, dovesse risultare di difficile utilizzo e di ancora minore utilità), lo sviluppo di un’app riservata ai residenti in Veneto, la cui adozione sarebbe obbligatoria.
“Per essere valida dovrà utilizzarla il 60 per cento delle persone“, ha detto Zaia, “e per quanto mi riguarda, trattandosi di un dispositivo volto a garantire la salute pubblica, sarà obbligatoria”. Il governatore ha fatto anche un esempio: “Quando un vigile in strada controllerà che uno ha mascherina e guanti, potrà chiedere di verificare anche se sul telefono è attiva la app.“.
Il modello a cui si è ispirata la regione Veneto è quello coreano. La app sarà scaricabile gratuitamente. Bisognerà registrarsi inserendo mail e codice fiscale. Poi bisognerà semplicemente tenere acceso il Bluetooth .
La app attraverso un sistema di codici registrerà per due settimane i contatti (durati almeno un quarto d’ora) avvenuti ad una distanza di meno di 2 metri.
Così, quando una persona risulterà positiva, grazie alla app sarà possibile tradurre quei codici in nomi e contattare chi è venuto in contatto con il contagiato per sottoporlo a tampone.
“C’è bisogno di una grande responsabilità nella fase due, che sarà molto più complessa del lockdown“, ha spiegato Zaia. “E non penso che sarà un problema una app che ha una finalità sanitaria di primaria importanza“.
Il consiglio dell’ordine dei medici di Roma, ha deliberato di mettere a disposizione di tutti i cittadini in maniera gratuita un’app per fare monitoraggio”. Lo ha annunciato il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
L’app si chiama Co-Track e sarà pronta in pochi giorni. Permetterà ai pazienti di tenersi in contatto con i medici di famiglia, l’autodiagnosi e il tracciamento degli spostamenti.
Il presidente ha dichiarato “di avere già il via libera del Garante della Privacy perché i dati sensibili verranno protetti direttamente dall’Ordine, dal nostro segreto professionale e non gireranno per la rete senza controllo. Gestiremo noi stessi il server, non avranno accesso alle informazioni nemmeno gli sviluppatori“. L’obiettivo è di partire da Roma per poi mettere a disposizione l’app in tutto il resto d’Italia.
Non è chiaro come questa app si collochi rispetto a quella regionale, Dr-Covid, che è già in uso e consente ai cittadini di interagire con il proprio medico di famiglia.
Il Friuli Venezia Giulia ha avviato la sperimentazione dell’applicazione adottata e tutt’ora in uso a Singapore. “Se i test produrranno gli effetti sperati, l’obiettivo dell’Amministrazione è quello di rendere l’applicazione disponibile al pubblico già a partire dalla seconda metà di aprile” ha dichiarato il presidente della regione Massimiliano Fedriga.
La app, concessa alla Regione a titolo gratuito da Accenture, è stata adattata alle specificità del territorio e alle norme sulla tutela della privacy, da parte di Insiel che ne sta testando l’efficacia su un campione di quasi trecento cittadini.
“Questa tipologia di applicazione – ha spiegato Diego Antonini, presidente di Insiel – è pienamente rispettosa dei diritti degli utenti: a ogni soggetto che la scarica viene infatti assegnato un codice numerico identificativo totalmente anonimo e la tracciatura dei movimenti avviene attraverso il bluetooth. Solo nel caso in cui un cittadino dovesse risultare positivo al Covid-19, le strutture sanitarie saranno gli unici soggetti autorizzati a decriptare il suo codice identificativo e quelli dei soggetti con i quali è entrato in contatto“.
L’app, disponibile per iOs e Android, richiede al momento dell’iscrizione di inserire il numero di cellulare e il codice fiscale. L’applicazione contiene inoltre una serie di informazioni sul Covid-19 e i numeri telefonici da comporre in caso di emergenza.
La Regione Sardegna ha sviluppato un’applicazione che consente di monitorare e georeferenziare gli spostamenti delle 26.127 persone entrate in Sardegna dall’inizio dell’emergenza, e sottoposte a quarantena obbligatoria (sia residenti che non).
Per tutti loro, il presidente della Regione Sardegna ha emesso un’ordinanza che prevede la quarantena obbligatoria, con 1.300 forestali arruolati per farla rispettare.
L’applicazione si chiama Covid 19 Regione Sardegna ed è disponibile per Android e iOS. Il sistema è capace di monitorare la posizione degli utenti ogni 60 secondi, comune per comune, con approssimazione fino al numero civico.
La Regione è comunque in attesa di un ultimo via libera da parte del Garante della privacy. La versione attualmente sugli store non contiene ancora questa funzione.
Ci sono poi diverse aziende private che hanno sviluppato proprie soluzioni per il contact tracing. Alcune di queste hanno offerto la propria app alle regioni, altre stanno pensando di distribuirle a titolo gratuito tramite gli store.