A caval donato non si guarda in bocca?

immuni

Com’era prevedibile, la scelta dell’app Immuni ha sollevato un ampio dibattito e suscitato molte polemiche. Vediamo quali.

Secondo indiscrezioni, la commissione di esperti aveva selezionato due soluzioni, tra cui Immuni, e aveva suggerito di procedere a un test comparativo prima di compiere la scelta definitiva. Il commissario Arcuri avrebbe ignorato questa raccomandazione e deliberato l’adozione di Immuni.

Molti sono stati i commenti sulla compagine che ha offerto la soluzione: un’azienda specializzata nello sviluppo di app; un centro medico privato; un’agenzia di marketing e uno studio legale. Si sono fatte illazioni sul peso e l’influenza di alcuni soci della prima e considerazioni sull’opportunità che una soluzione che tocca aspetti molto delicati, come il tracciamento dei contatti delle persone, sia stata concepita da soggetti privati.

Persino il fatto che l’offerta sia pro-bono ha suscitato dubbi e sospetti: cosa c’è dietro, quali contropartite ci saranno? Sarà davvero pro-bono o solo in apparenza?

Altri, tra cui il sottoscritto, avanzano dubbi sull’efficacia della scelta di rendere volontario l’uso dell’app che, è bene precisare, non è una scelta tecnica né responsabilità di chi l’ha progettata.

Bisognerà poi comprendere come la soluzione sarà effettivamente rilasciata. L’azienda che l’ha progettata ha infatti offerto diverse opzioni che riguardano il tipo di contact tracing (solo Bluetooth o anche localizzazione GPS), l’archiviazione dei dati (solo sul dispositivo mobile o in cloud), quali parametri raccogliere ed altro. Sarà il governo a decidere questi aspetti e chi eventualmente affiancare per la gestione dell’app.

Perplessità e timori riguardano l’aspetto della privacy. Malgrado il Garante si sia espresso in modo positivo, diversi giuristi ed esperti del settore hanno discusso sulle metodologie di analisi rischio e le misure di sicurezza adottate.

Per completare il quadro, non poteva mancare la politica. Il presidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica – Copasir, Roberto Volpi, ha dichiarato che intende approfondire la questione dell’app Immuni “sia per gli aspetti di architettura societaria sia per quanto riguarda le forme scelte dal commissario Arcuri per l’affidamento e la conseguente gestione dell’applicazione non escludendo l’audizione dello stesso Arcuri ritenendo che si tratti di materia afferente alla sicurezza nazionale“.

A giudizio di chi scrive la selezione delle soluzioni sull’altro ambito (telemedicina) della call Innova per l’Italia, che è terminata e in attesa di completamento della relazione finale, susciterà ancora più polemiche e discussioni.

 

 

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