Il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, ha illustrato oggi in commissione trasporti della Camera a che punto è lo sviluppo dell’app per tracciare i contatti e contenere la diffusione dell’epidemia.
Il ministro ha riferito che l’applicazione di contact tracing non ha l’obiettivo di geolocalizzare la posizione della persona ma di tracciare e memorizzare per un determinato periodo di tempo gli identificativi dei cellulari con il quale è venuto in contatto ravvicinato il suo cellulare.
Affinché questo accada è però necessario che in entrambi i cellulari sia presente l’applicazione di tracciamento. Quindi, perché sia efficace, serve che la utilizzino almeno il 60 per cento degli italiani ha sottolineato il ministro. La sua adozione sarà però su base volontaria.
L’applicazione crea un registro dei contatti in cui ci sono tre informazioni:
- qual è il dispositivo con il quale sono stato in contatto,
- a che distanza,
- per quanto tempo.
Nel caso in cui un cittadino sia identificato come positivo, un operatore medico potrà, attraverso l’identificativo anonimo della persona, inviare un messaggio di alert per informare tutti gli utenti che gli sono stati in contatto.
I dati rimarranno sul dispositivo dell’utente, ma a un certo punto necessariamente dovranno confluire in un sistema centrale di controllo, un soggetto pubblico competente che non è stato però ancora definito.
Un punto importante, ha riferito il ministro, è che l’intero sistema integrato di contact tracing sia gestito da uno o più soggetti pubblici e che il suo codice sia aperto (open source), in maniera tale che tutti possano studiarlo ed eventualmente proporre modifiche.
I dati devono essere sufficientemente anonimi da impedire l’identificazione dell’interessato e verranno cancellati quando non serviranno più.
Ma è l’esito della call for action o hanno fatto lavorare le imprese per proporre qualcosa che stanno già facendo? Sarebbe bello anche sapere chi la sta realizzando