Task force delle mie brame, quale è la migliore app del reame?

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Mentre cresce l’attesa per l’esito della call di Innova per l’Italia, condivido con voi qualche riflessione sul tema.

A differenza di molti miei colleghi esclusi dalle task force, non provo alcuna invidia per coloro che hanno l’ingrato compito di selezionare le app che sono state proposte.

Selezionare e valutare un software prescindendo dal contesto e dagli obiettivi che determinano la sua adozione è molto difficile, se non arbitrario. La sanità, lo sappiamo, è di competenza regionale, scelta che ha determinato una grande varietà di modelli di medicina del territorio, soluzioni ed infrastrutture tecnologiche. Di conseguenza, anche gli obiettivi e le priorità variano da regione a regione, a volte da ASL ad ASL.

Molti di noi hanno capito nel tempo che la tecnologia non deve essere fine a sé stessa (il mito dell’innovazione tecnologica auto-referenziale) ma uno strumento con cui fare innovazione, nel senso ampio del termine, volta ad ottenere dei benefici (non solo economici) per il sistema sanitario e i cittadini.

Come è dunque possibile selezionare e valutare partendo da contesti così eterogenei e obiettivi differenti? Immaginate che qualcuno vi chieda quale sia la migliore autovettura. La risposta non è, naturalmente, univoca. Dipende dal budget disponibile per il suo acquisto, utilizzo e manutenzione, ma soprattutto dall’uso che se ne deve fare. Se vivo o frequento una città dove il parcheggio è una criticità sceglierò una piccola autovettura, se viceversa devo fare molti viaggi in autostrada preferirò una autovettura comoda e silenziosa. Se amo esplorare zone poco accessibili mi orienterò su un fuoristrada mentre se ho una famiglia numerosa su un’autovettura grande e spaziosa. Se ho un box piccolo le dimensioni dell’autovettura diventeranno un vincolo determinante.

Anche per il software vale lo stesso ragionamento. Anche qualora mi limitassi ad uno specifico compito, scegliere e valutare differenti soluzioni senza considerare il contesto in cui dovrà operare, gli eventuali vincoli esistenti e le eventuali integrazioni (tecnologiche e di processo) che saranno necessarie è veramente molto difficile.

C’è poi un altra domanda che mi pongo: ma le regioni, di solito così gelose delle proprie prerogative, saranno poi disponibili ad accettare e considerare il lavoro della task force? Qualcuna, parlando ad esempio di telemedicina e telesalute, ha già fatto le proprie scelte (vedi Lazio) o ha una gara in corso (Lombardia).

Per tutte queste ragioni non invidio chi ha questo ingrato compito. Immagino le critiche e le polemiche che ci saranno per poi magari rendersi conto, beffa finale, che tutto il lavoro svolto non produce alcun risultato tangibile e reale.

Per questo rinnovo, ancora una volta, il mio augurio di buon lavoro agli esperti della task force.

 

 

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