Quando la centralizzazione delle applicazioni crea i silos regionali

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Molte regioni stanno centralizzando sistemi amministrativi, sanitari e clinici, realizzando un modello ibrido di sistema informativo regioni – aziende sanitarie che spesso rimangono isolati.

Le motivazioni per portare a livello regionale una serie di applicazioni sono molteplici: il contenimento dei costi; l’omogeneità dei sistemi e dei dati; la disponibilità nativa delle informazioni senza prevedere flussi per alimentare i datawarehouse regionali.

La suddivisione tra le applicazioni di livello centrale e quelle che invece sono responsabilità delle aziende sanitarie varia da regione a regione e, all’interno di queste, nel corso del tempo. L’elenco è molto ampio e spazia dai sistemi amministrativi, ai sistemi diagnostici, ai servizi territoriali sino ai sistemi clinici.

Il problema nasce quando sistemi che gestiscono fasi dello stesso processo sono ripartiti tra livello regionale e le aziende sanitarie. Nella definizione dei criteri e dei requisiti di un sistema regionale non è sufficiente prevedere, come elemento di condivisione delle informazioni, l’alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico con uno o più documenti.

Se pensiamo ad esempio ad un’anagrafe vaccinale o a un sistema di screening di ambito regionale, non è sufficiente prevedere l’alimentazione del FSE del solo certificato vaccinale, magari nemmeno in forma strutturata, o del referto dell’esame diagnostico effettuato. Sono anche importanti ad esempio il calendario vaccinale, gli inviti che sono stati spediti, se il paziente ha aderito o meno alla campagna, la data della prenotazione.

Queste informazioni sono ovviamente disponibili se il medico accede al sistema regionale e consulta la scheda del paziente. Se però il medico volesse associare a queste informazioni delle altre, ad esempio mentre sta utilizzando una cartella clinica ambulatoriale, dovrà utilizzare più sistemi per ottenere la vista completa del paziente.

Il problema è ancora più marcato quando ad esempio si centralizzano applicazioni di sanità territoriale e di assistenza, spesso ripartite in sistemi specializzati (ad esempio uno per l’ADI, un’altro per la protesica e così via).  

Esistono, in teoria, due possibili soluzioni al problema, non mutuamente esclusive:

  1. si inseriscono nel FSE non solo i documenti relativi all’esecuzione di attività mediche o di prestazioni sanitarie, ma anche le informazioni relative ai processi che tali attività comportano (ad es. il calendario vaccinale, gli inviti, etc.. per rimanere nell’esempio di prima)
  2. le applicazioni di livello regionale devono avere delle API per consentire ai sistemi aziendali di accedere ai dati che queste trattano, così da consentire una reale integrazione informativa regioni – aziende sanitarie.

Occorre dunque una visione olistica o, se preferite, di integrated health, quando si progettano modelli di sistemi informativi ibridi regioni – aziende sanitarie. Non è sufficiente portare a livello regionale applicazioni concepite come sistemi a sé stanti per risolvere il problema dei silos: in questo caso si cambia semplicemente il luogo dove questi si trovano.

  

 

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