Qualche giorno fa stavo mettendo in ordine nella mia libreria e riguardando vecchie cartelle nel mio Mac. Ho ritrovato presentazioni e manuali di software che risalgono a 20 – 30 anni fa. Con un po’ di nostalgia per il tempo passato mi sono messo a guardarli e ho fatto una riflessione che voglio condividere con voi.
Venti – trenta anni nell’ICT sono un’era geologica. La potenza di calcolo dei nostri pc è aumentata più di centomila volte, non c’era internet, l’intelligenza artificiale muoveva i primi passi, la grafica non esisteva. Nel tempo i software in sanità sono cambiati: da programmi isolati si è passati al client server per poi arrivare al concetto di web based, l’interfaccia utente è diventata più o meno grafica. Ma a livello funzionale, quale miglioramento c’è stato? Poco o nulla!
Ho trovato manuali di cartelle cliniche elettroniche che implementavano forme primitive di diagnosi differenziale (quale cartella oggi ha questa funzione?), CUP che consentivano di organizzare le agende e gli slot nello stesso modo di oggi. Se provate a confrontare, a livello funzionale, i software di 20 – 30 anni con quelli di oggi troverete piccole differenze.
Molti software erano e sono tuttora dei contenitori di dati che gli utenti inseriscono allo stesso modo, con la tastiera. I processi gestiti sono gli stessi, gli algoritmi e i controlli pure. Il riconoscimento vocale, che ha fatto passi da gigante, non è embedded nei software (si usa quello del sistema operativo); il mondo di conoscenze e informazioni di internet rimane fuori; l’AI non è ancora utilizzato.
L’evoluzione che c’è stata è stata a vantaggio dei tecnici (è molto più facile gestire un’applicazione web based che installare centinaia o migliaia di client) e, per fortuna, in parte per i cittadini (pensiamo ai servizi online che prima non c’erano). Per gli utenti – i medici, gli infermieri, gli impiegati allo sportello – cosa è realmente cambiato ? Che innovazione c’è stata ?
Non abbiamo sfruttato e impiegato, come avremmo potuto, l’evoluzione tecnologica per migliorare concretamente il lavoro dei professionisti sanitari. Continuiamo a rifare le stesse cose con strumenti diversi.