
Una circolare del 2 agosto del Ministero della Salute ordina di segnalare, in attesa che tutte le Regioni/PP.AA abbiano accesso al sistema PREMAL, via email i casi sospetti o confermati.
La circolare stabilisce che “in attesa che tutte le Regioni/PP.AA abbiano accesso al PREMAL, le segnalazioni dei casi devono includere almeno le seguenti informazioni:
- data della segnalazione;
- Regione/PA di segnalazione;
- nome (o ID);
- età in anni compiuti all’esordio dei sintomi (in mesi se sotto l’anno di età) o, in alternativa, data di nascita;
- sesso;
- residenza e domicilio se diverso da residenza;
- data di insorgenza dei primi sintomi; tipo di sintomi (come da definizione di caso);
- presenza di rash e sua localizzazione;
- ricovero, specificando se per cause cliniche o di solo isolamento;
- data di ricovero;
- reparto di ricovero;
- modalità di trasmissione, specificando se correlata all’assistenza in operatori sanitari;
- fattori di rischio;
- se operatori sanitari;
- se contatto con animali;
- storia di viaggio nei 21 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi, riportando anche tutte le informazioni utili per le attività di contact tracing;
- esposizione, nei 21 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi, a un caso probabile o confermato, riportando le informazioni del caso indice; relazione e natura del contatto con casi probabili o confermati (ove pertinente);
- storia recente di partner sessuali multipli o anonimi;
- uso di trattamenti antivirali;
- stato di immunocompromissione;
- gravidanza
- stato di vaccinazione contro il vaiolo, specificando se vaccinazione per profilassi non correlata a questo focolaio, se correlata al focolaio o se post esposizione correlata a questo focolaio;
- data e tipo di prelievo del campione positivo
- metodo di conferma (PCR o sequenziamento
… I casi sospetti, probabili e confermati devono essere segnalati tempestivamente dal medico segnalatore all’ASL di competenza e da questa alla Regione/Provincia Autonoma. La Regione/Provincia Autonoma provvede a trasmettere i soli casi probabili e confermati al Ministero della Salute all’indirizzo email: malinf@sanita.it, indicando nell’oggetto “CASO PROBABILE DI MPX” o “CASO CONFERMATO DI MPX”.
Ciò che lascia veramente interdetti sono due considerazioni:
- I dati da trasmettere consentono informazioni sensibili sullo stato di salute e anche sulle abitudini sessuali dei pazienti. La combinazione dei dati demografici, professionali e delle condizioni di salute consente facilmente di individuare la persona fisica a cui i dati si riferiscono.
- La trasmissione di questi dati tramite un comune indirizzo email viola le norme sulla sicurezza dei dati e quella sulla loro tutela, oltre a sollevare molti dubbi sull’affidabilità del mezzo e la sua idoneità a gestire un flusso dati così delicato.
Da notare poi che la “catena di segnalazione” è molto ampia e ciò comporta la registrazione di questi dati in diversi sistemi che possono essere privi o poco dotati di adeguate misure di sicurezza informatica.
Stupisce infine che nella lunghissima lista di destinatari manchi l’Autorità Garante della Privacy (omissione voluta?).
Ci sarebbero poi altre considerazioni da farsi sul fatto che, dopo più di due anni dall’inizio della pandemia, si debba ancora utilizzare la mail per inviare le segnalazioni dei casi sospetti / confermati.