La disponibilità di una quantità di vaccini inferiore rispetto alle stime iniziali ha focalizzato l’attenzione generale, facendo passare in secondo piano le criticità che esistono sul piano organizzativo, tecnologico, logistico. Vediamo quali sono e come si potrebbero mitigare.
Se la campagna vaccinale va a rilento la “colpa è la mancanza di vaccini“. “Potremmo vaccinare molte più persone se soltanto avessimo più dosi“. Queste due affermazioni sono diventate un mantra pronunciato, ad ogni occasione, da politici e dai manager della sanità. Ma è proprio vero? Come sono state realmente impiegate le dosi disponibili? Si è raggiunto il target che era stato prefisso o ci sono difficoltà nel raggiungere le persone che sono state indicate come prioritarie?
Cosa dicono i numeri
Sull’utilizzo effettivo delle dosi disponibili ci sono molti dubbi e, in alcuni casi, indagini in corso per valutare se siano stati rispettati i criteri di priorità definiti dal Ministero della Salute. Il problema è stata la voce “altro” che chiudeva l’elenco delle categorie da vaccinare in via prioritaria. Voce che ogni regione e, in qualche caso ASL, ha interpretato liberamente.
La categoria “altro” è quella che ha ricevuto, dopo quella degli ultra ottantenni, il numero maggiore di dosi (oltre 3,5 milioni). È vero che in questa categoria sono compresi gli under ottantenni che non rientrano nelle altre categorie, ma il numero rimane comunque elevato.
Eventuali dispersioni a parte, l’aspetto più interessante riguarda a mio avviso la capacità di raggiungere le categorie target, prima tra tutte quella degli ultra ottantenni. A più di tre mesi dall’inizio della campagna, hanno ricevuto in Italia una dose il 77% di queste persone, il 45% hanno completato il ciclo vaccinale (due dosi). Questi valori rappresentano la media nazionale e rispecchiano una distribuzione assai diversa tra regioni e regioni, come si può vedere dalla figura seguente.

Non è chiaro, in verità, quale sia il target da raggiungere. In teoria potrebbe essere il 100% ma questo valore non tiene conto delle persone che non si vogliono vaccinare (anche se in questa fascia di età è pensabile che siano davvero pochissime) o che non si possono vaccinare.
Per ottenere la massima copertura vaccinale il problema è come raggiungere le persone che non sono state ancora vaccinate.
Il problema dell’arruolamento
Le modalità scelte dalle regioni per arruolare e vaccinare gli ultra ottantenni (e non solo) sono diverse: con prenotazione diretta; a chiamata, con o senza dichiarazione di interesse; ad accesso libero. Anche i canali per fare la propria scelta o esprimere il proprio consenso alla vaccinazione sono molteplici: CUP, attraverso sportelli, telefono oppure online; piattaforme online ad hoc; call center; app; medici di medicina generale; lettere di invito recapitate per posta.
I canali digitali (app e online) possono rappresentare un ostacolo per quella parte di popolazione over 80 che non ha dimestichezza o accesso a internet e non ha un familiare o un care giver in grado di aiutarli.
I canali impiegati per invitare (chiamata attiva) gli over ottantenni, oltre a richiedere personale, possono risultare poco efficaci perché alcuni di essi non sono in grado di raggiungere da soli le sedi vaccinali, o non sono nelle condizioni di poterlo fare per motivi di salute. Non è poi facile rintracciare tutti gli over ottantenni; le anagrafiche delle ASL e delle regioni non sono sempre aggiornate sul domicilio dei loro assistiti.
Chi, in teoria, dovrebbe avere maggiore capacità di raggiungere queste persone sono i medici di famiglia; per questa ragione diverse regioni hanno stipulato accordi con questi professionisti sia per vaccinare i propri assistiti, sia per aiutare la sanità pubblica nel contattarli e invitarli a sottoporsi alla vaccinazione.
Scegliere il vaccino
In teoria non è possibile scegliere con quale vaccino essere immunizzati. Nella realtà esistono siti web che indicano, per ciascun centro, quale vaccino somministrano. Le piattaforme online che eseguono la prenotazione sia della prima dose, sia del richiamo, consentono di capire facilmente quale vaccino si sta prenotando (in base alla distanza in giorni dalla prima dose). Questa possibilità sta creando qualche problema nella saturazione delle agende dei centri vaccinali: alcune persone preferiscono scegliere una data in là nel tempo o rimandare la prenotazione pur di non essere vaccinati con Astra Zeneca.
Il rimedio, drastico, per questo problema, è di lasciare per le fasce over sessanta soltanto la scelta di Astra Zeneca.
Mancate presentazioni
I timori per gli effetti avversi di Astra Zeneca stanno determinando un incremento del numero delle persone che non si presentano all’appuntamento vaccinale. Le soluzioni per questo problema, oltre all’opera di rassicurazione sulla sicurezza e l’efficacia di questo vaccino, sono sostanzialmente tre: overbooking; recall / reminder dei prenotati; liste di riserva. Ciascuna di queste opzioni ha delle controindicazioni. L’overbooking espone al rischio di convocare persone a cui si può non essere in grado di somministrare il vaccino. Il recall / reminder richiede un’infrastruttura ad hoc e una piattaforma software in grado di gestire annullamenti e spostamenti. Le liste di riserva richiedono anch’esse un software dedicato per evitare di dover far effettuare una serie di telefonate al personale del centro.
Velocizzare e digitalizzare il percorso vaccinale
Il percorso vaccinale più comune prevede l’invio o il download della documentazione che il vaccinando deve compilare e firmare, tra cui il consenso e il questionario anamnestico. Si tratta di file PDF che la persona deve stampare e quindi compilare a mano oppure, se evoluto, compilare con un software in grado modificare il PDF. L’adozione di moduli elettronici consentirebbe di acquisire in digitale queste informazioni, controllarle prima dell’accettazione e magari avvisare il paziente se ci sono incompatibilità o motivi che possano precludere l’inoculazione del vaccino.
Digitalizzare la raccolta di effetti collaterali / avversi
Sarebbe comodo, per i vaccinati, disporre di un modulo web in cui segnalare gli effetti collaterali o avversi. Queste informazioni sarebbero utili per il medico di famiglia, per la sanità pubblica e per l’AIFA. Realizzare un canale per consentire ai pazienti di segnalare direttamente questi effetti fornirebbe una grande quantità di informazioni, senza considerare che si potrebbe anche, in presenza di effetti collaterali, fornire dei suggerimenti per il loro controllo e la la loro gestione (ad esempio cosa fare se si ha la febbre).
Investire nello sviluppo di un sistema vaccinale moderno ed efficiente
Visto che, come sembra, la vaccinazione per il Covid-19 diventerà periodica, val la pena di esaminare in modo critico tutti i processi che sono necessari e predisporre una piattaforma software in grado di gestire al meglio tutti gli aspetti. Integrazione con i sistemi informativi sanitari, automazione e semplificazione dei processi, digitalizzazione delle informazioni sono i tre criteri guida che dovrebbero accompagnare questo percorso che, magari, potrebbe essere affrontato su scala nazionale.