La bozza del documento presenta investimenti per 9 miliardi di euro divisi tra assistenza di prossimità e telemedicina, innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria.
Il documento definisce gli obiettivi delle azioni di investimenti che si concentrano su tre macro obiettivi che dovrebbero essere funzionali a un progetto di riforma per rafforzare la risposta territoriale, ospedaliera e della ricerca del Servizio Sanitario Nazionale:
- L’istituzione di un’assistenza di prossimità
- La definizione di un nuovo assetto istituzionale di prevenzione Salute-Ambiente-Clima
- La riforma del rapporto tra Salute e Ricerca
Gli investimenti si concretizzeranno in due ambiti per un totale di 5 progetti per un ammontare previsto di 9 miliardi di euro.
Il primo riguarda l’assistenza di prossimità e la telemedicina e ha come obiettivo il potenziamento e l’orientamento del Sistema Sanitario verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria per superare le debolezze dell’assistenza territoriale socio-sanitaria emerse e rivelatesi critiche nella gestione dell’emergenza da Covid-19, nonché l’ormai storica e strutturale disomogeneità distribuzione territoriale di servizi sociali, sanitari e ospedalieri, spesso a svantaggio delle aree rurali e marginali del Paese.
Per questo ambito sono previste due linee di intervento:
- Il potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete territoriale, suddiviso nei seguenti ambiti di intervento: a) l’integrazione complessiva dei servizi assistenziali socio-sanitari per una presa in carico globale della persona all’interno della Casa della Comunità; b) la riorganizzazione della gestione dei servizi di cure domiciliari integrate e lo sviluppo e implementazione locale di un modello digitale dell’assistenza domiciliare integrata; c) la promozione della salute, la prevenzione primaria e secondaria e il controllo delle malattie trasmissibili e non trasmissibili, per tutte le persone prese in carico nella Casa della Salute, anche grazie all’integrazione delle soluzioni tecnologiche; d) l’implementazione di presidi sanitari a degenza breve (Ospedali di comunità) che svolgano una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero tramite la costituzione di Centrali Operative Territoriali; e) il miglioramento degli standard assistenziali nelle Residenze sanitarie per pazienti disabili e non autosufficienti; f) sviluppo capillare della rete di centri territoriali per il contrasto alla povertà sanitaria, per rispondere più puntualmente ai bisogni della popolazione hard to reach hard to treat.
- Lo sviluppo di un modello di sanità pubblica ecologica (“One Health”) Salute, Ambiente e sicurezza alimentare che prevede: a) l’istituzione di una rete del “sistema nazionale di prevenzione salute-ambiente e clima, SNPS”, pienamente integrabile con l’esistente Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA); b) lo sviluppo del sistema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti, con la definizione di un sistema integrato delle attività per la food safety ad alto contenuto tecnologico.
Il secondo ambito riguarda l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria e prevede tre linee di intervento:
- La prima riguarda l’ammodernamento tecnologico e digitale del sistema sanitario, con particolare riferimento all’ammodernamento complessivo del parco tecnologico degli ospedali, al rafforzamento del sistema emergenza-urgenza, agli interventi di integrazione ospedale-territorio per la presa in carico dei percorsi assistenziali e alla realizzazione di interventi regionali per l’evoluzione, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, anche ampliandone gli strumenti che abilitino la raccolta di nuove informazioni su base volontaria da parte del cittadino.
- La seconda riguarda il potenziamento delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico, che prevede: a) lo sviluppo di un ecosistema per l’innovazione nell’area “Salute”, tramite partenariati misti per soluzioni innovative nel settore life science e la creazione di nuove imprese science-based; b) voucher per il sostegno al trasferimento tecnologico negli ambiti della salute.
- Il Potenziamento della formazione del personale sanitario con interventi per a) l’ampliamento dell’accesso ai percorsi di specializzazione dei neo-laureati in medicina e chirurgia; b) il potenziamento della formazione dei professionisti sanitari.
Rispetto alle anticipazioni che era state fatte e che avevo commentato qui, gli investimenti spaziano su più fronti, forse anche troppo, con un’elevata eterogeneità. È certamente positivo aver pensato a un modello digitale dell’assistenza domiciliare integrata e all’ammodernamento tecnologico e digitale del SSN. Si conferma la scelta del Fascicolo Sanitario Elettronico e si punta sulla sua evoluzione.
Gli obiettivi sono condivisibili ma tutto dipenderà poi da come verranno impiegati i fondi e quali saranno i criteri per la loro assegnazione. Nel documento non si parla di analisi costi – benefici, né di Health Technology Assessment. Le cornici che sono state delineate sono molto ampie e il rischio è di finanziare una serie di iniziative che potrebbero risultare molto disomogenee e, come tali, non riuscire a incidere sull’efficacia e l’efficienza del SSN.
Infine un ultimo commento. Sui 209 miliardi previsti, solo 9 sono destinati alla sanità. In mancanza dei fondi del MES, qualora questi non fossero richiesti, si tratterebbe di una cifra non sufficiente per affrontare tutti i temi messi sul tavolo. Per fare un confronto il solo piano per gli ospedali del futuro della Germania prevede una spesa di 4,3 miliardi di euro, mentre il piano francese prevede per la sola digitalizzazione un totale di 2 miliardi di euro.
Grazie Massimo per aver condiviso questo documento. Purtroppo, per quanto apprezzi lo sforzo fatto in questo documento per aumentare l’impatto dei sistemi informativi nella gestione dei big data e nella probabile direzione verso strumenti di Intelligenza Artificiale a sostegno della Sanità, vedo ancora molto poco in termini di Salute Pubblica. Ancora non si vuole riconoscere che conviene investire nella prevenzione nei giovani al fine di ridurre i necessari, e previsti, finanziamenti per combattere le cronicità. Inoltre, non viene ancora riconosciuto al Servizio Veterinario quel ruolo fondamentale che, unico caso al Mondo, lo vede all’interno del Ministero della Salute e non dell’Agricoltura. Dico questo perché, ancora una volta, si parla di One Health senza parlare di veterinari e si parla di veterinari parlando di food safety, quasi disconoscendo il ruolo fondamentale dei veterinari nella prevenzione delle zoonosi non di origine alimentare.