Cartella Clinica Elettronica e integrazione delle cure

Come superare la tradizionale separazione della documentazione clinica tra l’ambito ospedaliero, territoriale e delle cure primarie.

Le gestioni cliniche dei ricoveri, delle prestazioni ambulatoriali, delle cure residenziali e domiciliari vengono di norma realizzate con differenti sistemi informativi, come la cartella clinica elettronica ospedaliera, ambulatoriale, territoriale.

Il risultato di questo approccio è una separazione e la frammentazione delle informazioni cliniche che sono disomogenee per finalità, natura e metodologia di archiviazione.

Di solito le informazioni sono organizzate per paziente ed evento – contatto e il loro focus riflette l’ambito assistenziale nel quale vengono raccolte: l’emergenza o le acuzie nel caso dell’ospedale; la diagnostica nel caso ambulatoriale; la cronicità nelle cure residenziali o domiciliari.

Nei capitolati di gara le specifiche e i requisiti vengono formulati seguendo questi schemi; in alcuni di essi, a livello ospedaliero, si articolano le funzioni dividendole tra percorso medico e chirurgico, includendo in questo modo anche altri sistemi come ad esempio quello per la gestione della sala operatoria.

Se si vuole però fornire una risposta all’integrazione delle cure è necessario superare questi schemi e ripensare la cartella clinica elettronica in modo da gestire l’intero percorso clinico-diagnostico-terapeutico-assistenziale dell’assistito: la Cartella Clinica Elettronica Integrata (CCEI).

La CCEI è quindi un sistema articolato in quattro differenti dimensioni:

  • multi-disciplinare, ossia comprendere e supporta differenti discipline mediche e assistenziali;
  • multi-professionale, ossia è rivolta non solo a medici ed infermieri, ma più in generale a tutti i professionisti e gli operatori sanitari, sia pure nel rispetto dei rispettivi ruoli e responsabilità;
  • multi-assistenziale, ossia in grado di gestire differenti ambiti assistenziali, come l’emergenza e l’urgenza, i ricoveri ospedalieri, le prestazioni ambulatoriali, le cure residenziali e domiciliari, le cure primarie;
  • longitudinale, ossia in grado di gestire e organizzare le informazioni seguendo il percorso temporale del paziente, dalla nascita al fine vita.

Per impostare correttamente una CCEI è necessario prevedere, nella sua progettazione, questi aspetti:

  • la gestione dei problemi di salute, ossia le patologie, i traumi e i disturbi che, nel tempo, possono determinare dei bisogni medici ed assistenziali che si traducono in servizi e prestazioni socio-sanitarie;
  • la gestione delle valutazioni mediche, assistenziali, sociali che riguardano il paziente, la determinazione dei bisogni e degli obiettivi;
  • la gestione dei Piani Assistenziali Individuali (PAI) da cui scaturisce la programmazione, la pianificazione e l’erogazione di servizi e prestazioni socio-sanitarie;
  • la gestione della presa in carico e delle informazioni relative ai care-giver del paziente;
  • la gestione della terapia e dei presidi sanitari che devono essere forniti ed erogati al paziente.

La CCEI è un sistema composto da tre differenti tipologie di componenti software:

  1. I moduli base che sono comuni a tutti gli ambiti assistenziali e a tutte le discipline gestite;
  2. I moduli verticali che sono specifici per gli ambiti assistenziali e le discipline mediche – assistenziali;
  3. L’infrastruttura comune dei servizi e dei dati che comprende il Clinical Data Repository (CDR) strutturato che contiene tutte le informazioni e che consente una vista olistica ed integrata del quadro clinico-assistenziale del paziente.

La migliore impostazione per realizzare una CCEI è un’architettura a servizi o a micro-servizi, la cui granularità dipende dall’ampiezza e la complessità dei processi che compongono l’intero percorso clinico – assistenziale che si va a a gestire.

Nella progettazione della CCEI è importante ampliare la visione rispetto a quello che è l’approccio tradizionale con cui si affrontano i processi. Ad esempio, in ambito ambulatoriale, non bisogna limitarsi e focalizzarsi sulla redazione del referto, ma collocare l’esame diagnostico o la visita medica nel più ampio contesto clinico del paziente, raccogliendo e organizzando le informazioni secondo uno schema logico e un percorso clinico più completo (ad esempio motivo della visita, esame obiettivo, diagnosi, terapia, etc..), con un livello di strutturazione dei dati in grado di consentire la corretta organizzazione dei dati nel CDR.

One thought on “Cartella Clinica Elettronica e integrazione delle cure

  1. Daniela novelli 16 Dicembre 2019 / 14:29

    Il numero di operatori,care givers è in aumento e coinvolge sempre più il settore privato e no profit. Io non credo possibile imporre a tutti l’adozione della CCI. Quindi l’architettura dovrebbe rimanere quella che prevede via ESB il passaggio dei dati al CDR con un portale clinico che fornisca le viste d’insieme per un inquadramento completo, lo stato d’avanzamento del Pai/Pdta e l’elenco di operatori e rispettivi ruoli e caregivers che ruotanointorno al paziente

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