La comunità italiana di HIMSS ha tenuto un interessante workshop durante la conferenza in corso ad Helsinki.
Claudio Saccavini, del Consorzio Arsenal, ha parlato dell’uso secondario dei dati in sanità. Dopo aver presentato il sistema informativo regionale del veneto ha illustrato la strategia di questa regione e l’architettura che è basata su quattro livelli:
- Infrastructure
- Semantic
- Workflow
- Quality Research & Public Health
Saccavini ha sottolineato che, per quest’ultimo livello, servono standard analogamente a quanto è già avvenuto nei primi tre. Arsenal ha collaborato con IHE per redigere un white Paper su questo tema.
La regione Veneto impiega un DB dedicato, con dati anonimi, per l’uso secondario dei dati che è alimentato in tempo reale insieme ai DB e ai repository regionali. Ad oggi vi sono oltre 270 milioni di documenti, mentre sono 1,7 milioni i cittadini che hanno rilasciato il consenso per il FSE. Sono infine oltre 287.000 gli utenti delle app Sanità a Km zero.
La regione Veneto persegue quattro obiettivi principali:
- Real time drug cost monitoring, per il controllo della spesa farmaceutica;
- La sorveglianza all’antibiotico resistenza;
- L’uso di Clinical Decision Support System per l’appropriatezza nelle prescrizioni di laboratorio e dei farmaci;
- La sperimentazione del machine learning sulle lettere di dimissione per estrarre dati strutturati.
- È poi intervenuta Beatrice Delfrate della direzione centrale salute della Regione Friuli Venezia Giulia che ha presentato, insieme a Andrea Soranzio di Insiel, due progetti di utilizzo di big data in sanità.
- Il primo, Location Intelligence for citizen impact, analizza l’offerta e la domanda di ricoveri, consentendo di simulare la chiusura di presidi, valutando l’impatto per la popolazione e per le altre strutture sanitarie.
- Il secondo, Intelligent Analysis and Investigation Management for citizen mobility, consente di analizzare la mobilità passiva tra il Friuli e le altre regioni, comprendere dove i pazienti vanno per la riabilitazione, fornire avvisi in caso di situazioni anomale.
I prossimi passi riguarderanno il miglioramento dei prototipi e la loro trasformazione in prodotti, fondendo entrambe le soluzioni in un unico sistema.
A seguire Giovanni Livraga, dell’Università di Milano, ha parlato di privacy e data protection in sanità. Ha rimarcato l’importanza e il valore dei dati digitali in sanità, ricordando quanto siano elevati i rischi di data breach.
Ha sensibilizzato la platea sulla criticità dei dati, sul fatto che la de-identificazione non equivale all’anonimizzazione, sui rischi relativi alla correlazione dei dati con altre fonti, sul fatto che la crittografia è una tecnologia utile ma non risolutiva.
Ha concluso i lavori Fabrizio Ferrara di Altems, Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha evidenziato l’importanza di una strategia per governare i dati e ha presentato la community per il governo dei dati sanitari.
Al workshop hanno partecipato sia visitatori italiani, sia stranieri.