Il piano di lungo termine del servizio sanitario inglese (NHS), pubblicato nel dicembre scorso, contiene molti riferimenti e un intero capitolo dedicato alla sanità digitale. Vediamo cosa contiene e quali sono i piani che la riguardano.Il piano, nel quinto capitolo che è rivolto alla cure supportate dalle tecnologie digitali, descrive i progressi compiuti in questo campo da parte del sistema sanitario inglese. Il sito NHS è stato rivisto e contiene ora contenuti di alta qualità e servizi digitali per i pazienti. Cittadini e medici possono ora accedere a più di 70 applicazioni che sono state valutate e approvate dalla NHS library. Il Wi-Fi è disponibile nelle strutture sanitarie pubbliche. L’app di NHS è in fase di test avanzato da parte di 3.000 pazienti. L’app fornisce ai cittadini l’accesso al servizio online di 111 di NHS (una sorta di triage per indirizzare i pazienti verso l’assistenza più appropriata), la cartella clinica del loro medico di famiglia, la possibilità di prenotare visite ed esami, definire le modalità di condivisione dei propri dati sanitari e le volontà relative alla donazione di organi.
Il sistema di prescrizione elettronica (EPS) è al momento utilizzato al 93% da parte dei 7.300 medici di famiglia inglesi, con oltre il 67% di tutte le prescrizioni veicolate attraverso l’EPS. Il documento indica in 136 milioni di sterline i risparmi ottenuti grazie a questo sistema nel triennio 2013 – 2016, mentre il sistema di prenotazioni assicurerebbe un risparmio di 50 milioni di sterline l’anno.
Le priorità che guideranno la trasformazione digitale del NHS sono:
- Creare un accesso digitale semplice e diretto ai servizi dell’NHS per aiutare i pazienti e i loro care giver a gestire le loro attività di assistenza.
- Garantire che i medici possano accedere e interagire con le cartelle cliniche e i piani di cura ovunque si trovino.
- Utilizzare il supporto decisionale e l’intelligenza artificiale (IA) per aiutare i medici ad applicare le migliori pratiche, eliminare le variazioni ingiustificate lungo l’intero percorso di cura e supportare i pazienti nella gestione della loro salute.
- Utilizzare tecniche predittive per sostenere i sistemi sanitari locali per pianificare l’assistenza alle popolazioni.
- Impiegare strumenti intuitivi per catturare i dati sanitari riducendo i costi amministrativi.
- Proteggere la privacy dei pazienti e dare loro il controllo sulla loro salute.
- Collegare i dati clinici, genomici e altri dati per sostenere lo sviluppo di nuovi trattamenti per migliorare il sistema sanitario nazionale, rendendo i dati disponibili per la ricerca clinica. Pubblicare, in formati open data, metriche aggregate sulle prestazioni del sistema sanitario nazionale
- Garantire la sicurezza dei sistemi NHS e dei dati attraverso l’implementazione di sistemi di sicurezza, sistemi di monitoraggio e personale dedicato.
- Conferire un mandato e applicare rigorosamente gli standard tecnologici (come descritto in The Future of Healthcare) per garantire che i dati siano interoperabili.
Il capitolo affronta poi in dettaglio cinque ambiti di sviluppo: il patient empowerment; l’aiuto ai professionisti della salute; il supporto alla gestione delle cure; il miglioramento della population health; l’incremento dell’efficienza clinica e la sicurezza dei pazienti.
Il piano enfatizza l’importanza dell’app NHS come canale di accesso online ai servizi del sistema sanitario e la disponibilità, a partire da quest’anno, della cartella clinica della maternità per 100.000 donne (estesa poi a tutto il paese entro il 2024). Il Personal Health Record (PHR) avrà, a partire dal 2023, il Summary Care Record e gestirà direttamente reminder e allarmi per il paziente. Il PHR includerà anche il piano di cura del paziente.
Nei prossimi cinque anni è previsto che ogni paziente possa accedere in via digitale al proprio medico di famiglia. Il piano prevede anche l’adozione, da parte del NHS, di sistemi di supporto decisionali e di intelligenza artificiale che, tuttavia, saranno valutati nel medesimo modo delle tecnologie medicali.
È senza dubbio un piano ambizioso che nasce dall’esperienza maturata dopo il fallimento del programma nazionale per l’informatizzazione (NPfIT) lanciato nel 2002 e chiuso nel 2011. A chi interessa una attenta disamina delle motivazioni che hanno determinato il fallimento del progetto può consultare qui il report del gruppo che ha studiato il caso.