
Non coinvolgere i medici nella progettazione del nuovo FSE e nella piattaforma di telemedicina è un grave errore frutto di arroganza culturale e inesperienza.
Come era facile prevedere e avevo già evidenziato nei primi post sul nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico, il mancato coinvolgimento dei medici nella sua progettazione e nella definizione delle linee di indirizzo ha suscitato le giuste proteste da parte del principale sindacato dei medici di famiglia e della federazione degli ordini professionali.
Questa scelta è tanto più incomprensibile se si considerano due aspetti: il cambio di paradigma dai documenti a un ecosistema di dati sanitari; la complessità tecnico – organizzativa del nuovo modello.
Chiunque abbia gestito progetti complessi sa bene quanto sia essenziale coinvolgere gli utenti sin dalla loro progettazione e come invece le iniziative calate dall’alto siano destinate a fallire. Ingaggiare gli utenti non è una forma di cortesia o di rispetto professionale ma l’unico modo per acquisire le competenze e le esperienze di chi cura e assiste i pazienti. Non c’è teoria che valga quanto la pratica che è fatta di vincoli, limiti e aspetti che è impossibile conoscere se non si è impegnati in prima persona.
Gli aspetti tecnologici devono essere strumentali alla realizzazione di una soluzione di collaborazione e condivisione clinica e non possono, al contrario, rappresentare la base di partenza su cui piegare le necessità e le esigenze dei medici.
Nel documento che definisce le linee guida del nuovo FSE si elencano le cause che ne hanno limitato la diffusione senza però fare alcuna autocritica sul metodo che è stato seguito per la sua progettazione e realizzazione. È veramente sconcertante rilevare la miopia di chi ha redatto questo documento frutto di arroganza culturale e inesperienza.
La trasformazione digitale della sanità, per concretizzarsi, non può prescindere dal coinvolgimento attivo di medici, infermieri e professionisti della salute. Non comprendere e accettare questo semplice concetto significa sprecare tempo, risorse senza raggiungere alcun obiettivo utile.