Gare di appalto: è ora di cambiare

Sia per chi le prepara e le indice, sia per chi vi partecipa, le gare di appalto per la sanità digitale risultano spesso frustranti per entrambe le parti e, non di rado, sortiscono l’effetto opposto a quello desiderato. Per questa ragione è utile ragionare su quali cambiamenti, in base alla normativa attuale, sarebbe opportuno introdurre.

La stesura di capitolati tecnici è un lavoro lungo e complesso che richiede esperienza, competenze tecnologiche e del dominio applicativo, chiara visione degli obiettivi attesi, consapevolezza sullo stato dell’offerta, cognizione di causa sull’importo economico da prevedere e tanto tempo. Anche per queste ragioni la pratica del “copia e incolla” è molto diffusa che però non risolve, se non in minima parte, le carenze degli elementi sopra citati.

Dobbiamo ammettere che la qualità dei capitolati è spesso bassa, i requisiti funzionali non sono ben dettagliati mentre quelli non funzionali sono talvolta una raccolta di tecnologie, metodologie, norme, non sempre attinenti all’oggetto della gara e coerenti tra di loro (assomigliano a volte a una lista di nice to have).

Molto complicata è anche la definizione dei livelli di servizi a cui sono normalmente associate le penali in caso di mancato raggiungimento. Definire e misurare le prestazioni di un sistema è difficile, anche per tutte le componenti, hardware e software, che vi concorrono e che non sempre sono nel perimetro della gara o sotto la responsabilità del fornitore. Anche la definizione di indici di affidabilità e di continuità del servizio si prestano, per gli stessi motivi, a contestazioni tra clienti e fornitori.

I criteri e le modalità di valutazione delle offerte sono poi l’aspetto più critico di una procedura di gara. Non è facile, in alcuni casi quasi impossibile, esprimere dei criteri oggettivi e non discrezionali – ad esempio come misuro la facilità d’uso di un sistema ? Quando la valutazione si basa sui documenti prodotti, il rischio è di premiare non la soluzione migliore, ma quella descritta meglio. Anche dove è prevista una demo non è facile valutare in modo oggettivo sistemi diversi, distinguere una funzione prototipale da una effettiva, distinguere ciò che vero ma ciò che è verosimile.

Ogni azienda sanitaria, ogni regione se la gara è a questo livello, deve formulare un capitolato, sostenerne lo sforzo per la preparazione, ripetendo un lavoro già fatto da altre amministrazioni pubbliche. Il risultato è estremamente eterogeneo, si va dall’eccellenza alla mediocrità. Cosa dunque si potrebbe fare per migliorare la qualità della domanda, espressa attraverso i capitolati tecnici ?

Una possibile soluzione potrebbe essere la definizione, per ogni sistema, di capitolati tecnici di riferimento. Questi dovrebbero essere formulati in modo congiunto e collaborativo da referenti dei sistemi informativi delle aziende sanitaria, consulenti ed esperti, rappresentanti degli utenti, associazioni professionali e di categoria (ad esempio AISIS, HL7 Italia, Confindustria), i fornitori. L’obiettivo sarebbe di definire, in modo dettagliato e preciso, i requisiti funzionali, quelli non funzionali, i livelli di servizio, i criteri di valutazione.

Ogni amministrazione potrebbe quindi utilizzare questi capitolati di riferimento per costruire il proprio, contestualizzandolo alla propria realtà, aggiungendo delle funzioni migliorative. Un grande vantaggio sarebbe la standardizzazione dei sistemi che permetterebbe ai fornitori di concentrare i propri sforzi su funzioni standard, evitando la dispersione attuale e la rincorsa ai mille requisiti delle aziende sanitarie.

So bene che qualcuno obietterà che le aziende sanitarie sono abituate ad avere soluzioni su misura: è bene dire che l’approccio del “vestito su misura” (haute couture), oltretutto con i soldi del prêt à porter, è un lusso che la sanità pubblica non può più permettersi e che alla fine danneggia le aziende sanitarie che sostengono alti costi relativi e ottengono scarsa qualità.

Chi potrebbe convocare e coordinare questi gruppi di lavoro ? Esistono diverse possibilità, personalmente ho qualche idea in proposito, ma volutamente non le espongo. Voi cosa ne pensate ?

One thought on “Gare di appalto: è ora di cambiare

  1. Marco Venditti 17 Ottobre 2018 / 20:48

    Caro Massimo, questo argomento mi è particolarmente caro. Sebbene lavori per una struttura convenzionata sono infatti anch’io “vittima” di capitolati, disciplinari e affini. L’approccio da te suggerito mi pare quello giusto, a mio avviso è un attore importante anche il mondo universitario che potrebbe mettere a disposizione maggiori risorse, soprattutto in termine di tempo/risorse umane.
    Non dimenticherei di affrontare il tema dei processi, sia clinici che amministrativi, è da qui infatti che partirei per cercare di ottenere la tanto agognata standardizzazione di prodotto per i diversi verticali.
    Infine, sono dell’opinione che chi lavora in ambito eHealth guardi molto poco a quanto accade in altri settori dell’IT. Il concetto di User Group promosso dagli stessi fornitori si è rivelato molto utile proprio per confrontarsi e, insieme, dare indicazioni sugli sviluppi e le innovazioni di prodotto.

    Un saluto!

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