Il Piano di Assistenza Universale, la via londinese all’integrazione delle cure

Un approccio originale e pragmatico all’integrazione delle cure nell’area di Londra.

Con quali strumenti realizzare l’integrazione e la collaborazione delle cure? La risposta più comune è il Fascicolo Sanitario Elettronico che diversi paesi hanno o stanno realizzando (in inglese EHR). Una soluzione originale e pragmatica arriva da OneLondon, un sistema di cure integrate della Regione di Londra supportato da NHS England.

L’obiettivo di OneLondon è di trasformare i servizi sanitari unendo le informazioni per favorire un’assistenza rapida, sicura ed efficace. Per raggiungere questo scopo è stato creato lo Universal Care Plan, una piattaforma software, basata su openEHR, che rappresenta il quadro assistenziale del paziente.

Il software, che è stato sviluppato con una piattaforma low-code in soli sette mesi, è integrato con alcuni dei principali sistemi in uso e viene richiamato da questi attraverso una semplice chiamata in contesto, evitando così che i medici debbano adoperare un sistema diverso da quelli in uso.

Lo Universal Care Plan (UCP) è costituito da varie sezioni:

  • Dati sul paziente
  • Prognosi e preferenze sulle cure
  • Farmaci e allergie
  • Alert
  • Emergenza e piani di cura
  • Anamnesi e informazioni rilevanti
  • Sintomi
  • Decisioni del paziente sulle modalità delle cure

Se volete saperne di più potete visionare dei video per ciascuna sezione in questa pagina.

L’UCP può essere consultato e aggiornato dai medici delle cure primarie, dai medici ambulatoriali e ospedalieri, dagli infermieri e da altri professionisti sanitari che possiedono le credenziali.

Un piano di assistenza può essere creato a seguito di un colloquio tra il paziente e un operatore sanitario (ad esempio un medico o un infermiere). L’operatore sanitario, attraverso l’ascolto con il paziente, rileva le esigenze del paziente e prende appunti su:

  • cosa è importante per il paziente nella sua vita quotidiana
  • le preferenze del paziente in merito alle cure, come ad esempio il luogo in cui preferisce essere assistito
  • di quale supporto ha bisogno il paziente e chi è più adatto a fornirlo
  • Informazioni su altre persone che potrebbero essere coinvolte nella sua assistenza, come i parenti

Sulla base del colloquio, l’operatore sanitario può documentare queste informazioni. Il piano di assistenza può essere continuamente aggiornato nel corso della vita, in base alle esigenze e ai desideri del paziente. I pazienti possono richiedere un UCP al proprio medico di famiglia o a un infermiere.

Nel primo anno di attività sono stati creati oltre 24.000 UCP che sono stati consutati oltre 300.000 volte dai professionisti sanitari. Il numero di UCP non è elevato ma è interessante osservare che, in media, ci sono stati più di 12 accessi per ogni piano in dodici mesi, segno che quando l’UCP esiste i professionisti lo adoperano spesso.

È anche interessante notare come, in questo progetto, si sia partiti dai dati e dall’esigenza di avere una sorta di cartella clinica assistenziale condivisa, anziché ragionare sui documenti esistenti. Un modo insomma di realizzare, in concreto, l’integrazione delle cure attraverso una piattaforma digitale.

Rispondi